Rosatellum bis, avanti con la fiducia al Senato tra le proteste

Rosatellum bis, avanti con la fiducia al Senato tra le proteste
Il presidente di Liberi e Uguali, Piero Grasso
24 ottobre 2017

La legge elettorale arriva in aula al Senato tra le proteste della sinistra, di Mdp e del Movimento 5 Stelle che scelgono di abbandonare i lavori della commissione Affari Costituzionali che, uno dopo l’altro, col parere negativo di relatore e governo, boccia gli emendamenti presentati al testo. Il pensiero è già a cosa fare oggi in assemblea, dove le proposte di modifica sono circa 200: 48 riguardano le minoranze linguistiche e sono quindi suscettibili di voto segreto. “E’ impensabile affrontare venti/quaranta voti segreti”, ha spiegato il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzatti ai giornalisti che prima di entrare in Commissione gli chiedevano se il governo porrà la questione di fiducia sul Rosatellum. “E’ già autorizzata – ha osservato – la decisione è solo politica”. Alla Camera sono stati tre i voti di fiducia, a palazzo Madama potrebbero arrivare a sei, uno per ogni articolo del testo. A quel punto l’unico rischio da evitare è quello della mancanza del numero legale (la metà più uno degli aventi diritto al voto) che, con Fi e Lega (favorevoli al Rosatellum) fuori dal’aula, i partiti che si oppongono alla legge elettorale potrebbero provare a far saltare. Ma gli espedienti per evitare sorprese ci sono: dal soccorso dei 14 senatori di Ala, a un numero consistente di senatori in congedo (il regolamento ne consente fino a 32) o assenti per incarico avuto dal Senato o per la loro carica di ministro che non verrebbero computati per il numero legale.

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“Dopo aver fatto il massimo sforzo per motivare i nostri emendamenti, abbiamo capito che non ci sono margini di modifica. Prima di iniziare i lavori il sottosegretario Pizzetti ha detto fuori dalla Commissione che il governo è pronto a mettere la fiducia per evitare i voti segreti. Siamo alla farsa”, ha detto Loredana De Petris, senatrice di Si, abbandonando i lavori della commissione. Per Sergio Endrizzi, M5s, “il tempo prevale sulla qualità del dibattito. Hanno paura del voto in Sicilia e vogliono approvare la legge elettorale prima di scadere come un attimo mozzarella acida”. Doris Lo Moro, Mdp, ha parlato di “forzatura” davanti alla quale “c’è stata una reazione comune delle opposizioni anche se non abbiamo tutti la stessa idea di legge elettorale. Il copione è già scritto. L’esito è scontato e noi non vogliamo dare l’alibi di dire che tutto si è svolto in maniera regolare”. Si e Mdp ed esponenti dei 5 stelle si ritroveranno oggi in piazza di fronte a Palazzo Madama alle 16 alla manifestazione promossa dal “Coordinamento per la Democrazia Costituzionale”, mentre mercoledì, il giorno dei voti di fiducia, ci sarà la manifestazione convocata da M5s dove è atteso anche Beppe Grillo. Nonostante le proteste, però, il testo arriva in aula blindato e, contrariamente alle previsioni, anche con un relatore: dopo l’abbandono dei lavori della Commissione da parte delle sinistre e di M5s, decaduti tutti i loro emendamenti, è stato infatti votato il mandato a Salvatore Torrisi (Ap) a riferire in assemblea. L’appuntamento è oggi alle 11, i primi voti sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Mdp e pentastellati saranno nel pomeriggio. Non sono previste sorprese tanto che i 5 stelle già si appellano al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché intervenga con una “moral suasion” sulle forze politiche perché “i punti d`incostituzionalità” del Rosatellum bis “vengano rimossi dal testo”. Altrimenti valuti “la possibilità di non firmare la legge e di rinviarla alle Camere”, dicono i capigruppo M5s alla Camera e al Senato, Simone Valente e Giovanni Endrizzi, sul blog di Beppe Grillo.

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