Ruby ter, Berlusconi a processo a Milano dal 9 maggio

Ruby ter, Berlusconi a processo a Milano dal 9 maggio
Ruby-Rubacuori
26 marzo 2018

L’infinita saga giudiziaria nata dalle rivelazioni di Karima El Marough, la giovane marocchina meglio nota come Ruby, si allunga di un capitolo col nuovo rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi e quattro ragazze ospiti alle cene di Arcore. A scriverlo e’ il gup di Milano Maria Vicidomini in uno dei diversi procedimenti sparsi in tutta Italia che vengono ricompresi nella galassia Ruby ter, quello in cui il fondatore di Forza Italia e’ accusato di corruzione in atti giudiziari perche’ avrebbe ‘comprato’ con 400 mila euro complessivi le testimonianze di Elisa Toti, Aris Espinosa, Miriam Loddo e Giovanna Rigato. In teoria, sarebbe il secondo processo milanese ‘Ruby ter’ per Berlusconi (altri procedimenti sono aperti a Siena, Roma e Torino), con al centro i versamenti piu’ recenti da parte di Berlusconi, fino all’autunno del 2016. In pratica, e’ molto probabile, che “per ragioni di economia processuale”, come ha spiegato l’avvocato dell’ex premier, Federico Cecconi, questo processo venga riunificato a quello gia’ in corso davanti ai giudici della X sezione penale in cui sono imputati Silvio e altri 23, tra cui la stessa Ruby, corrotta per l’accusa con 7 milioni, e diverse ‘olgettine’.

Berlusconi ha corrotto i testi “con tanti, tanti soldi”

Nel suo intervento, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che rappresenta l’accusa assieme al collega Luca Gaglio, ha affermato che “non si puo’ accettare a cuor leggero che nessun imputato, e quindi nemmeno Berlusconi, paghi i suoi testimoni durante il processo”, in questo caso quello chiuso con la sua assoluzione definitiva dai reati di concussione e prostituzione minorile. Per il magistrato, l’ipotesi che Berlusconi abbia corrotto i testi “con tanti, tanti soldi”, formulata dai giudici nelle sentenze dei processi Ruby e Ruby bis, e’ stata confermata dall’analisi dei telefoni delle ragazze e, in generale, dell'”immenso materiale probatorio” raccolto durante l’inchiesta. A sostegno ‘logico’ della tesi, il pm porta il fatto che i testimoni abbiano difeso in blocco Berlusconi una volta chiamati in aula. Non solo denaro ma anche case, spese e “doni di elevato valore economico” sarebbero arrivati dall’ex Cavaliere attraverso il fido ragioniere Giuseppe Spinelli (“Spinaus” nelle intercettazioni). Una generosita’ commisurata al valore della posta in palio, ha spiegato Gabriella Vanadia, avvocato dello Stato per conto di Palazzo Chigi, “tenuto conto che all’epoca era Presidente del Consiglio e dei danni politici e di immagine” che avrebbe potuto subire.

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“Non ci sorprende la decisione del giudice – e’ il commento dell’avvocato Cecconi – perche’ doveva solo valutare la superfluita’ di un vaglio dibattimentale. Dimostreremo l’inconsistenza delle accuse durante il processo”. Per il legale, il processo doveva essere celebrato in altre citta’ per questioni di competenza territoriale, le stesse che avevano portato le posizioni delle ragazze imputate anche per falsa testimonianza in un primo momento a Monza, Treviso e Pescara. Le sue eccezioni sono state pero’ respinte dal giudice che ha bocciato anche la richiesta di abbreviato condizionato presentata dall’avvocato Corrado Viazzo, oggi peraltro assente dall’aula, per conto dell’ex ‘gieffina’ Rigato. Il ‘puzzle’ di Ruby ter potrebbe trovare una nuova composizione a maggio, quando e’ previsto l’inizio del nuovo processo, il 9, e la ripresa del vecchio, due giorni prima. E’ destinato invece a essere trasmesso a Monza per competenza il fascicolo nato dalla denuncia di Berlusconi contro la Rigato, che lo avrebbe minacciato chiedendogli un milione di euro per non svelare altri risvolti sulle “cene eleganti”.

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