Russiagate, Trump non nega interferenze di Mosca

Russiagate, Trump non nega interferenze di Mosca
La Casa Bianca (in inglese White House) è la residenza ufficiale e il principale ufficio del presidente degli Stati Uniti
21 febbraio 2018

Il presidente Donald Trump non nega che vi siano state interferenze di Mosca durante le presidenziali americane del 2016 ma che abbiano avuto impatto sull’esito del voto. Cosi’ la portavoce della casa Bianca, Sarah Sanders. “E’ chiaro che la Russia ha interferito nelle elezioni – ha detto la portavoce -. E’ chiaro che l’interferenza non ha avuto effetti sul risultato delle elezioni e non c’è stata collaborazione da parte della campagna” di Donald Trump. Come “certamente” la Russia “non ha ricevuto l’aiuto della campagna di Trump”. “La Russia non è entusiasta”, ha proseguito la portavoce della Casa Bianca, per una serie di passi, dall’aumento degli stanziamenti per le forze armate al mantenimento delle sanzioni, compiuti dall’amministrazione Trump. Il presidente “è stato più duro nei confronti della Russia nel suo primo anno di mandato di quanto lo sia stato Obama nei suoi 8 anni” alla Casa Bianca. Intanto, Robert Mueller, lo speciale procuratore che indaga sul Russiagate, ovvero sulle presunte collusioni tra la campagna elettorale di Donald Trump e il Cremlino ha puntato i fari su Jared Kushner, genero e advisor del presidente. Lo riporta la Cnn, indicando che l’interesse di Mueller riguarda il tentativo di Kushner di assicurarsi fondi esteri, non solo russi, per la sua societa’ di real estate, durante la fase di transizione, ovvero dopo l’elezione di Trump. Kushner era stato in precedenza gia’ definito “persona d’interesse” nelle indagini sul Russiagate per i suo contatti con Mosca e per i suoi rapporti con l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn, costretto alle dimissioni e dichiaratosi colpevole di aver mentito all’Fbi.

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Mueller, secondo la Cnn, sta indagando, tra gli altri, su un incontro avuto da Kushner lo scorso 16 novembre del 2016 con i manager di una societa’ cinese interessati a finanziare il suo immobile al 666 della Quinta Strada, sebbene le trattative siano poi fallite. Nel mirino di Mueller anche un altro incontro del marito di Ivanka Trump con un investitore del Qatar, sempre per ottenere fondi per la stessa proprieta’. E sempre Mueller, ha incriminato un avvocato di nazionalita’ olandese per “falsa dichiarazione” all’Fbi. Il legale, Alex Van Der Zwaan, 33 anni, si e’ dichiarato colpevole di aver mentito sui suoi colloqui con un ex advisor di Trump, Richard Gates. L’accusa di Mueller nei confronti del legale olandese e’ quella di aver “fornito dichiarazioni e rappresentazioni materialmente false, fuorvianti e fraudolente”, secondo la documentazione depositata in tribunale.  Ven Der Zwaan avrebbe anche cancellato alcune email che Mueller gli aveva richiesto e che sarebbero state relative al suo lavoro per il ministero di Giustizia ucraino per il quale stava preparando un dossier sul processo all’ex leader di Kiev, Yulia Tymoshenko. Anche Richard Gates, incriminato nell’ambito del Russiagate, sembra sia pronto a dichiararsi colpevole e a testimoniare contro l’ex responsabile della campagna elettorale di Trump, Paul Manafort che si e’ invece dichiarato non colpevole. Tra le accuse a Gates e Manafort, cospirazione, riciclaggio e la mancata registrazione come agenti segreti mentre lavoravano per conto del governo ucraino.

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