Ryanair alla conquista di Alitalia: fatto un’offerta non vincolante

Ryanair alla conquista di Alitalia: fatto un’offerta non vincolante
24 luglio 2017

Ryanair conferma di aver fatto un’offerta non vincolante per Alitalia. La compagnia iralandese low cost ha dichiarato: “abbiamo fatto un’offerta non vincolante per Alitalia. Come maggiore compagnia aerea in Italia, è importante il fatto che noi siamo coinvolti nel processo”. La compagnia irlandese conferma così le indiscrezioni di stampa, secondo le quali Ryanair ha inviato all’advisor Rotschild, che sta seguendo il processo di cessione dell’Alitalia, un’offerta non vincolante per l’intera compagnia. Intanto, la compagnia irlandese, registra un balzo del 55 per cento degli utili nel primo trimestre dell’anno fiscale a Ryanair, a 397 milioni di euro, che tuttavia non si lascia andare ad entusiasmi spiegando che la performance risente della diversa calendarizzazione quest’anno delle festività di Pasqua, che nel 2016 cadevano in un altro trimestre. I tre mesi chiusi a giugno hanno visto i volumi di traffico passeggeri crescere del 12 per cento, a quota 35 milioni e il fatturato salire del 13 per cento a 1,910 miliardi.

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Guardando ai mesi a venire, il vettore parla di un contesto di prezzi che resterà competitivo, dopo un inverno difficile, mentre i cali di petrolio e carburanti dovrebbero consentire risparmi di circa 70 milioni sul secondo trimestre fiscale (luglio-settembre). Ma teme che gli effetti della Brexit possano iniziare a intaccare il traffico a partire dal 2019. Negli scambi di metà mattina sul London Stock Exchange, il titolo cala di del 2,87 per cento a 17,58 euro. La società ha confermato una previsione di utile sull’intero esercizio fiscale tra 1,40 e 1,45 miliardi di euro. Nel comunicato puntualizza che questa stima resta altamente legata ai risultati delle prenotazioni estive, all’assenza di nuovi allarmi sicurezza, o scioperi o “sviluppi negativi in merito alla Brexit”. In particolare sulla Brexit, Ryanair, contraria all’uscita dall’Ue, ribadisce che continua a premere affinché la Gran Bretagna si mantenga nel sistema Open Skies e avverte che se alla fine si dovesse effettivamente sancire il divorzio dall’Unione “rischia di non esserci abbastanza tempo o buona volontà da ambo le parti per negoziare un accordo bilaterale” che eviti erosioni sui voli a partire dall’aprile del 2019.

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