Sacchi: “Sì agli oriundi nel calcio, ci sono dal 1934”

Sacchi: “Sì agli oriundi nel calcio, ci sono dal 1934”
Roma, 2 apr. (askanews) - "Se un ragazzo ha il piacere di giocare per l’Italia e lo fa con entusiasmo, volontà e generosità perché negargli questa gioia?". Questo il pensiero sugli oriundi espresso da Arrigo Sacchi intervenuto a Radio Crc. "Già nel 1934 c’erano ed hanno partecipato anche al Mondiale - continua Sacchi - Noi italiani ci distruggiamo in polemiche ed oggi ci sono anche i social ad amplificare il tutto. Scriviamo sempre cose eccessive e bisogna dire che lo spettatore italiano non è ancora uscito dalla sindrome dell’arena ed infatti il coro più gettonato negli stadi è “devi morire. Così però non si cresce. Dobbiamo educare queste persone ad essere più civili". Sacchi è autore di “Calcio totale” un libro che tratta diversi temi e narra la storia di un bambino che ha amato il calcio. "Il calcio lo amo sempre - continua - ma non amo il contorno, la violenza, la maleducazione, le polemiche e vorrei che tutto fosse vissuto con lo spettacolo sportivo, purtroppo però mi sembra di sognare. Il pubblico non chiede il merito e chi cerca di giocare da protagonista ed essere padrone del campo e del pallone a prescindere dalla qualità dei singoli è l’Empoli che non ha individualità di grandissima fama, ma è una delle squadre più armoniose del campionato italiano". Bielsa per il dopo Benitez? "E’ un allenatore maestro. In Italia ci sono alcuni allenatori che hanno un atteggiamento propositivo ed ottimistico, cosa rarissima perché non richiesto dal pubblico e dai mass media e le squadre che allenano provano ad essere protagoniste, padrone del campo provando a vincere attraverso la superiorità e non attraverso l’errore altrui e tra queste c’è il Napoli, l’Empoli, il Sassuolo, la Sampdoria, il Genoa, la Roma e la Lazio”.
2 aprile 2015

Calcio/Sacchi: "Sì agli oriundi, ci sono dal 1934"“Se un ragazzo ha il piacere di giocare per l`Italia e lo fa con entusiasmo, volontà e generosità perché negargli questa gioia?”. Questo il pensiero sugli oriundi espresso da Arrigo Sacchi intervenuto a Radio Crc. “Già nel 1934 c`erano ed hanno partecipato anche al Mondiale – continua Sacchi – Noi italiani ci distruggiamo in polemiche ed oggi ci sono anche i social ad amplificare il tutto. Scriviamo sempre cose eccessive e bisogna dire che lo spettatore italiano non è ancora uscito dalla sindrome dell`arena ed infatti il coro più gettonato negli stadi è “devi morire. Così però non si cresce. Dobbiamo educare queste persone ad essere più civili”. Sacchi è autore di “Calcio totale” un libro che tratta diversi temi e narra la storia di un bambino che ha amato il calcio.

“Il calcio lo amo sempre – continua – ma non amo il contorno, la violenza, la maleducazione, le polemiche e vorrei che tutto fosse vissuto con lo spettacolo sportivo, purtroppo però mi sembra di sognare. Il pubblico non chiede il merito e chi cerca di giocare da protagonista ed essere padrone del campo e del pallone a prescindere dalla qualità dei singoli è l`Empoli che non ha individualità di grandissima fama, ma è una delle squadre più armoniose del campionato italiano”. Bielsa per il dopo Benitez? “E` un allenatore maestro. In Italia ci sono alcuni allenatori che hanno un atteggiamento propositivo ed ottimistico, cosa rarissima perché non richiesto dal pubblico e dai mass media e le squadre che allenano provano ad essere protagoniste, padrone del campo provando a vincere attraverso la superiorità e non attraverso l`errore altrui e tra queste c`è il Napoli, l`Empoli, il Sassuolo, la Sampdoria, il Genoa, la Roma e la Lazio”.

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