Saitta (Upi), ne resteranno 107

27 marzo 2014

”Con Renzi ci conosciamo perche’ anche lui era Presidente della Provincia, e’ chiaro che con una maggiore attenzione guardando i dati e i numeri io credo che si sarebbe potuta fare un’ operazione molto piu’ coraggiosa, pero’ nulla vieta che si possa fare in futuro”. A dichiararlo Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino e dell’Unione delle Province italiane, questa mattina ai microfoni di Radio Citta’ Futura, in merito al ddl Delrio che prevede la soppressione delle province.

Deluso’? ”La mia delusione sta nel fatto che c’era gia’ un lavoro fatto. Le province alla fine erano d’accordo per l’accorpamento – ha ricordato il Presidente della Provincia di Torino – in Piemonte avevano gia’ l’accordo per ridurre le province da otto a quattro, inoltre contemporaneamente si potevano accorpare tutti gli uffici periferici dello Stato. Monti non e’ riuscito a portare avanti l’accorpamento delle province perche’ le resistenze della grande burocrazia dello Stato sono state forti e hanno vinto – ha proseguito Saitta – hanno vinto questa volta perche’ la proposta del Governo Letta, che e’ quella del Governo attuale, di fatto non tocca minimamente il grande costo dell’organizzazione dello Stato. Oggi la grande burocrazia dello Stato ha una grande capacita’ di condizionamento della politica. Concretamente le province resteranno le stesse 107, e in futuro avranno meno funzioni – ha spiegato Saitta – quello che si risparmia e’ il costo degli amministratori che e’ di 32 milioni, ma si dimentica molto spesso quello che ha detto la Corte Costituzionale e molti economisti, ovvero che il trasferimento di funzioni ad altri enti come la Regione comporta un aumento di costi, perche’ non ci sono piu’ economie di scala”. (Asca)

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