Sale la tensione a Hong Kong, l’allarme di Pechino

Sale la tensione a Hong Kong, l’allarme di Pechino
13 novembre 2019

Trasporti paralizzati, caos in Parlamento, la sospensione delle lezioni nelle scuole e un nuovo avvertimento di Pechino danno la sensazione che da un momento all’altro la situazione possa precipitare a Hong Kong, giunta terzo giorno consecutivo di un caos che colpisce sempre piu’ settori della vita pubblica. Il protrarsi dei blocchi stradali e dei disagi alle comunicazioni, oltre a ragioni di sicurezza, hanno convinto l’ufficio per l’Educazione della citta’ a sospendere le lezioni, dalle scuole materne alle superiori, nella giornata di domani, ma evitando di chiudere gli istituti per permettere ai genitori che ne avessero bisogno di mandare comunque i figli a scuola.

Il clima e’ incandescente dalla mattinata, con il caos all’aula dell’Assemblea Legislativa, dove il segretario alla Sicurezza, John Lee, e’ stato pesantemente criticato per la gestione delle proteste dai gruppi pan-democratici. Nelle stesse ore, i disagi ai trasporti avevano costretto migliaia di persone a lunghe code nelle stazioni della metropolitana, che ha chiuso diverse tratte. La situazione e’ migliorata nel pomeriggio, ma la tensione nella citta’ semi-autonoma cinese e’ rimasta alta. Il distretto finanziario di Central e’ stato per il terzo giorno consecutivo teatro di manifestazioni durate la pausa per il pranzo, animate da circa un migliaio di persone tra dipendenti della zona e manifestanti, culminate in atti di vandalismo e conclusesi con diversi arresti. Pechino tiene alto l’allarme. Hong Kong “sta scivolando verso l’abisso del terrorismo”, secondo quanto afferma l’Ufficio di Collegamento del governo cinese nell’ex colonia britannica.

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Il terminale del governo di Pechino chiede all’amministrazione guidata dalla capo esecutivo, Carrie Lam, di mettere in atto “tutte le misure necessarie per reprimere energicamente gli atti di violenza e terrorismo” di cui incolpa direttamente i manifestanti anti-governativi. Le conseguenze dei disordini degli ultimi giorni si sono fatti sentire anche sul settore finanziario, con 250 filiali di gruppi bancari (tra cui Hsbc e Standard Chartered) che sono rimaste chiuse, e sulla Borsa. L’indice Hang Seng ha chiuso la seduta in ribasso dell’1,82%, anche oggi maglia nera in Asia e ai livelli piu’ bassi dal 23 ottobre scorso: sugli investitori hanno pesato anche le incertezze della disputa tariffaria tra Cina e Stati Uniti e le attese per i dati economici della Cina a ottobre, previsti per domani. Il bilancio degli scontri di ieri – tra i piu’ duri dall’inizio delle proteste anti-governative, entrate nel sesto mese – parlano di 142 arresti, portando il numero di persone arrestate a oltre quattromila.

Gli agenti hanno fatto ricorso per 1.567 volte ai gas lacrimogeni contro la folla e per 1.312 volte ai proiettili di gomma, oltre ad altre armi anti-sommossa. L’episodio piu’ cruento si e’ verificato alla Chinese University, sotto assedio per diverse ore, dove polizia e studenti-manifestanti si sono affrontati a colpi di raffiche di gas lacrimogeni e bottiglie Molotov, con decine di feriti. Per sfuggire alla tensione ancora oggi palpabile alla Chinese University e in altri atenei di Hong Kong, un gruppo di studenti cinesi ha deciso di lasciare il campus devastato dalla battaglia di ieri: impossibilitati a percorrere le vie di terra per i blocchi stradali, i giovani hanno chiesto l’aiuto della polizia, che ha messo a loro disposizione una barca, partita da un molo della zona dei Nuovi Territori per approdare in un luogo sicuro.

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