Salman Abedi, ecco chi è l’autore strage a Manchester. “Aveva comportamenti strani”

Salman Abedi, ecco chi è l’autore strage a Manchester. “Aveva comportamenti strani”
23 maggio 2017

Un ragazzo di famiglia libica, ma nato in Gran Bretagna, che aveva “comportamenti strani” da alcune settimane a questa parte. Così i vicini descrivono Salman Abedi, individuato dai media d’oltremanica come il kamikaze che ieri sera ha seminato il panico alla Manchester Arena, uccidendo almeno 22 persone durante un concerto pop. La polizia ha poi confermato, pur precisando che si attende la conferma dei medici legali. Il terrorista, 22 anni, era stato sentito “cantare ad alta voce preghiere islamiche in strada” fuori dalla sua abitazione nella parte Sud della città. Lunedì sera, l’attentatore suicida la cui azione è stata rivendicata dall’Isis ha provocato una strage di matrice terroristica di portata senza precedenti dagli attacchi al sistema di trasporti londinese del 2005. Ha colpito mentre la folla che aveva assistito al concerto di Ariana Gtande stava lasciando la Manchester Arena. Oggi l’Isis ha rivendicato l’attentato e ne ha minacciati altri. “Uno dei soldati del califfato ha piazzato bombe all’interno di un raduno di crociati”, il macabro annuncio. La polizia sta cercando di stabilire se Abedi abbia agito da solo o faccia parte di una più vasta cellula terroristica.

In giornata gli uomini dell’antiterrorismo hanno arrestato un 23enne a Manchester in relazione alla strage di ieri sera. Altre immagini hanno mostrato raid in quella che è considerata l’abitazione del terrorista a Elsmore Road, Fallowfield, dove un’esplosione controllata è avvenuta. Un vicino ha sostenuto di aver sentito Abedi intonare preghiere islamiche alcune settimane prima dell’attacco. Lina Ahmed, 21 anni, ha raccontato al Mail: “E’ una famiglia libica, si comportano in modo strano. Qualche mese fa lui [Salman] stava cantando (una preghiera islamica) davvero ad alta voce in strada. Stava cantando in arabo e diceva: ‘C’è un solo Dio e il profeta Mohammed è il suo messaggero'”. La sorella, sempre secondo indiscrezioni mediatiche, aveva un impiego in una moschea di Manchester. La polizia sta confrontando le riprese delle telecamere di sicurezza per stabilire se il terrorista abbia effettuato una ricognizione dell’arena prima di far esplodere un ordigno imbottito di bulloni e chiodi mentre le migliaia di spettatori defluivano dall’auditorium al termine del concerto. Il kamikaze sarebbe ‘conosciuto’ alle autorità e gli agenti anti-terrorismo stanno setacciando le immagini cercando di individuarlo nel suo viaggio verso l’arena.

Leggi anche:
Tensione tra Iran e Israele: Teheran minaccia di attaccare i siti nucleari israeliani

Gli esperti della scientifica e gli artificieri stanno studiando i resti dell’ordigno recuperati finora: secondo le indicazioni iniziali, chi ha assemblato la bomba disponeva di un certo “livello di sofisticazione”, ovvero era stato addestrato e non sarebbe un autodidatta formatosi su internet. “E’ improbabile che, se l’ordigno era sofisticato, il kamikaze lo abbia assemblato da solo: l’esperienza dimostra che le organizzazioni sono restie a sprecare il know-how di un fabbricante di bombe in un attacco, preferendo mantenerlo o mantenerla per un altro attacco”, ha detto una fonte al Mail, “E’ perciò altamente probabile che questo terrorista faccia parte di una cellula o abbia un’organizzazione di supporto e loro sono la priorità”. Gli inquirenti stanno inoltre studiando eventuali legami dell’attentatore alla Siria o altre roccaforti jihadiste; elementi di intelligence hanno segnalato infatti che potrebbe essere stato all’estero. Almeno sedici terroristi di matrice jihadista, alcuni dei quali deceduti, sono originari di una piccola area di Manchester e ci sono state varie operazioni di sorveglianza su sospettati nella regione. Sono inoltre esaminati possibili legami con cellule ispirate all’Isis coinvolte in Belgio, a Parigi e Stoccolma. L’Isis ha rivendicato l’attentato meno di 24 ore dopo che era stato compiuto.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti