Salvini accelera sulle primarie: “Anche a gennaio”. La prima volta al Quirinale del leader leghista

Salvini accelera sulle primarie: “Anche a gennaio”. La prima volta al Quirinale del leader leghista
5 dicembre 2016

Matteo Salvini accelera e, all’indomani della vittoria del ‘No’ al referendum costituzionale, chiede che si tengano le primarie del centrodestra “il prima possibile”, in vista di eventuali politiche a primavera. “Anche a gennaio, perche’ no?”, sottolinea nella sede del partito a Milano. Il segretario della Lega Nord ha lanciato da tempo la sua personale Opa su quel che rimane dell’alleanza protagonista della Seconda Repubblica (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, e i Conservatori riformisti di Raffaele Fitto). E, dopo l’investitura della piazza del Carroccio, a Firenze il 12 novembre, vuole partecipare a primarie di coalizione. Con lui sono Giorgia Meloni e Raffaele Fitto, entrambi pronti a correre. Mentre Giovanni Toti non ha ancora sciolto la riserva (anche se nel suo partito in molti lo darebbero come intenzionato a candidarsi, anche contro il volere di Silvio Berlusconi). Fino a ieri era stata la Meloni a spingersi al punto da chiedere una data: il 5 marzo.

Ora, dopo l’esito del voto, con Matteo Renzi dimissionario, il leader della Lega accelera i tempi. Salvini conferma di aver a disposizione una “squadra” con cui collaborare, composta anche di “persone al di fuori delle politica” e di essere “pronto a girare il Paese da Nord a Sud a partire da domani”. E, sul programma di coalizione detta due condizioni: no euro e controllo dei flussi dei migranti (“il ritorno alla sovranita’ monetaria e al controllo dei confini non sono negoziabili”, scandisce). Bisognera’, pero’, attendere le prossime ore per ‘testare’ la tenuta del ‘vecchio’ centrodestra nella gestione dello scenario post voto. Salvini ha confermato che la Lega e’ favorevole al voto subito e che non sosterra’ alcun governo di scopo, neanche per fare la legge elettorale. Mentre Forza Italia e’, gia’ dal prima del referendum, su una posizione piu’ cauta. Silvio Berlusconi vuole sedere al tavolo per la nuova legge elettorale che deve essere fatta, come ha ricordato ieri Renato Brunetta, “con il consenso di tutti”. Nelle prossime ore si capira’ se vi sara’ una prima spaccatura nel centrodestra su questo fronte. Prima del voto, Salvini era stato chiaro: non sara’ alleato della Lega chi contribuira’ a inciuci o governicchi. Quindi, nel caso in cui FI appoggi un esecutivo di scopo, anche solo per fare la legge elettorale, questo segnerebbe una prima frattura. Altro capitolo e’ il sistema di voto.

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Nelle settimane scorse, il Cavaliere si e’ pronunciato a favore di un ritorno al proporzionale. Malgrado abbia chiarito che e’ per il voto il prima possibile con qualsiasi legge elettorale, oggi Salvini ha confidato di non amare particolarmente il ‘proporzionale puro’. “Gli italiani vogliono chiarezza: una legge elettorale che porta alle grandi coalizioni non va bene”, ha detto. “Ci sono le grandi coalizioni, da destra da sinistra, da sopra e da sotto, in cui ci si inventano governo che non sono ne’ carne ne’ pesce. Io voglio che gli elettori scelgano il partito di governo”. In ogni modo, fondamentali saranno le prossime ore. Domani Salvini riunira’ i gruppi parlamentari, a Roma, alle 15. Poi, intorno alle 18, dovrebbe recarsi alle consultazioni al Quirinale, accompagnato dai capigruppo alla Camera e al Senato, Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio, e dal vice segretario Giancarlo Giorgetti. Si tratta del primo incontro istituzionale tra Sergio Mattarella e il leader della Lega (il presidente lo aveva ricevuto privatamente, sollecitato dallo stesso Salvini, per parlare delle sue richieste sulla legge Fornero, nel luglio del 2015, dopo che Salvini aveva disertato il giro di incontri con le opposizioni organizzato in seguito all’insediamento al Colle).

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