Salvini annuncia mini-Aventino, frizioni con Maroni su Bossi

Salvini annuncia mini-Aventino, frizioni con Maroni su Bossi
Umberto Bossi, Matteo Salvini e Roberto Maroni
19 settembre 2017

E’ un “mini Aventino” di una settimana, anzi “fino a quando giustizia sarà fatta”, la risposta “eclatante” della Lega promessa nei giorni scorsi (e annunciata ieri) all’inchiesta sui conti della Lega del Tribunale di Genova, fatta, ha sostenuto Matteo Salvini, “per imbavagliarci e impedirci di andare a governare”. I parlamentari della Lega – ha detto il leader leghista al termine di una riunione del Consiglio federale dedicata all’esame dei documenti relativi all’inchiesta che ha portato al sequestro preventivo dei conti del Carroccio – non parteciperanno ai lavori in Camera e Senato per tutta la prossima settimana “contro l’atto del Tribunale di Genova senza precedenti nella storia della democrazia e della giurisprudenza italiana” cioè il sequestro dei conti della Lega. Al posto dei lavori parlamentari, i deputati e i senatori leghisti “saranno nelle zone terremotate mercoledì e giovedì, per incontrare sindaci, cittadini, imprenditori, agricoltori”, ha spiegato Salvini. Fino a quando? “Contiamo di riprendere i lavori il prima possibile, quando giustizia sarà fatta”. Sul sequestro dei conti la Lega presenterà ricorso. “Domani (oggi, ndr) siamo in tribunale a Genova”, ha spiegato Salvini. La Lega ha precisato che non è previsto alcun presidio davanti al tribunale, a cui si recheranno solo gli avvocati e i commercialisti del Carroccio. Il Consiglio federale è stato anche l’occasione per un tentativo di chiarimento tra Salvini e Bossi, dopo l’esclusione di quest’ultimo – per la prima volta nella storia del Carroccio – dalla scaletta degli interventi dal palco. A quanto si è appreso da alcuni partecipanti, Salvini ha voluto chiarire a Bossi che la decisione è stata presa “per tutelarlo”, dopo il blocco dei conti del partito. Una spiegazione a cui Bossi non avrebbe replicato.

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Tema di discussione, a quanto si apprende, sarebbe stato anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che non ha partecipato alla riunione per un impegno istituzionale. Salvini avrebbe fatto notare con disappunto la sua assenza e non avrebbe apprezzato le parole pronunciate dallo stesso Maroni, che ha pubblicamente espresso solidarietà al presidente della Lega: “Mi spiace – aveva detto Maroni – perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini. Ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola”. In mattinata, Salvini era tornato sull’argomento in un’intervista a Radio 24. “Bossi ha detto che racconto balle, che tradisco il nord, che non capisco un accidente, che bisogna allearsi per sempre, per tutta la vita, con Berlusconi, che non devo occuparmi di quello che succede da Roma in giù, che l`Europa non si tocca. Ha una visione diversa della Lega che milioni di italiani stanno seguendo”. E aveva aggiunto: se va via dalla Lega, come ha lasciato forse intendere l’anziano fondatore ieri, “certo che mi dispiace però evidentemente qualche errore in passato è stato commesso”. Dal fondatore della Lega, oggi, nessuna replica.

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