Salvini: bene vertice di Innsbruck, ma non mi fido dell’Europa

12 luglio 2018

“Pienamente soddisfatto” degli esiti del consiglio informale di Innsbruck, Matteo Salvini attende “entro poche settimane” che “le parole diventino fatti”, per dare sostanza a quel “cambio di prospettiva” sulla questione migranti rivendicato fin dalla prima mattinata, nel vertice preparatorio con i colleghi ministri dell’Interno austriaco e tedesco. I temi sono quelli ripetuti da settimane: accordi di riammissione degli irregolari nei Paesi di origine, sostegno finanziario e di mezzi al controllo delle frontiere esterne, revisione delle regole delle missioni navali nel Mediterraneo “per evitare che tutti vengano sbarcati in Italia”, controlli sulle Ong “mosse da “interessi economici, non solidaristici”.

 

Perché dell’Europa “non mi fido”, ha sottolineato il vice premier, ricordando che “di impegni presi con l’Italia sono pieni i cassetti…”. Salvini ha elencato le riunioni anche tecniche che si susseguiranno nelle prossime due settimane, e ha sottolineato che “al termine tireremo le conclusioni. È il mio primo vertice, vedremo se saremo più bravi e fortunati di chi ci ha preceduto” nell’ottenere sostegno dalla Ue. Pur sapendo che oltre “l’asse dei volenterosi” con l’austriaco Kickl e il tedesco Seehofer ci sono anche “cose che ci allontanano” da altri Paesi, come “la Francia per la questione Ventimiglia”. Nessuna dichiarazione infatti dopo il bilaterale col francese Collomb.

 

I temi di frizione con Austria e Germania vengono dunque accantonati: il Brennero non è un problema perchè “Non credo che nessuno chiuderà il Brennero dove sono passati 216 migranti dall’inizio dell’anno, numeri ridicoli”, mentre sul rientro in Italia dei migranti spostatisi in Germania “alla richiesta di Seehofer ho risposto con un gentile no grazie”. Se ne parlerà “dopo la soluzione dei problemi italiani”. Che, ha sottolineato Salvini nell’intervento a porte chiuse – ma rilanciato in diretta Facebook – “sono oggi, non tra due mesi”. Una risposta al commissario Avramopoulos, che ha invece sottolineato il calo enorme degli sbarchi per dire che “non c’è un’emergenza immigrazione”. Tuttavia, Salvini resta convinto che “un clima del genere in Europa non si respirava da anni, il cambiamento oggi è possibile: o si fa adesso o non si fa più”. Con la speranza che “il modello italiano possa diventare il modello europeo”.

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