Salvini incassa dimissioni Siri, governo va avanti. “Presunzione di non colpevolezza principio cardine”

8 maggio 2019

Matteo Salvini esce sconfitto sul caso Siri. Il sottosegretario leghista alle Infrastrutture e trasporti, indagato per corruzione, è fuori dal governo su decisione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il Consiglio dei ministri “ne prende atto”, così c’è scritto nella nota ufficiale di palazzo Chigi, “confermando piena fiducia nell’operato del Presidente del Consiglio”. Una fiducia non scontata dopo le uscite degli ultimi giorni di alcuni leghisti, come il presidente dei senatori del carroccio, Massimiliano Romeo, che avevano messo in dubbio il ruolo di arbitro del premier. Una fiducia che significa: il governo va avanti, nonostante questa frattura.

La linea della Lega da tenere in Cdm – difesa del sottosegretario ma senza arrivare né alla conta né alla rottura – viene messa a punto in una riunione con tutti i ministri del Carroccio nella stanza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti prima della riunione a Palazzo Chigi. Fissata per le 9.45, inizia quasi un’ora dopo. Tra Salvini e Di Maio non ci sono stati contatti. Il leader M5s ha lanciato poco prima, via blog delle stelle, “un ultimo appello alla Lega di far dimettere Armando Siri e non arrivare alla conta in Consiglio dei Ministri”. L’appello cade nel vuoto anche se la discussione, lunga, di quasi due ore, in Consiglio dei ministri viene definita dalla Lega “civile e pacata”, da Di Maio “distesa e tranquilla” e da Conte “franca e non banale”. Dopo l’intervento del premier che ribadisce l’intenzione di revocare la nomina del sottosegretario, è prima la ministra della Pubblica amministrazione, la leghista Giulia Bongiorno, da avvocato, a difendere Siri.

Poi tocca a Salvini. Il refrain è quello che filtra da fonti leghiste al termine della riunione: “Non può esserci un automatismo tra indagini e colpevolezza. È un principio di civiltà giuridica che vale per tutti. Lega e 5 stelle. L’apertura di un`inchiesta non può coincidere con la chiusura o la condanna”. Un principio che il Carroccio pretende venga messo nero su bianco anche nel comunicato ufficiale del Cdm: “La presunzione di non colpevolezza è un principio cardine del nostro ordinamento giuridico”. “Non è una vittoria del M5s, non sono qui per esultare, è una vittoria degli italiani onesti”, dice Di Maio in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm. “Durante il Cdm ci siamo detti che andiamo avanti, abbiamo tante cose da fare, le faremo insieme nei prossimi 4 anni”. E aggiunge: “Mi fa piacere non si sia andati alla conta perché il nostro obiettivo non era dimostrare una superiorità numerica o morale ma continuare ad avere la fiducia dei cittadini”.

Salvini va via da Palazzo Chigi senza parlare, lo farà al Viminale in una conferenza stampa convocata dopo l’incontro con i responsabili delle principali comunità terapeutiche di recupero italiane: “Prendo atto che la Raggi è al suo posto nonstante sia indagata da anni, vuol dire che ci sono colpe di serie A e colpe di serie B. A casa mia inchiesta vale inchiesta sennò smettiamo di fare politica. I processi si fanno in tribunale, sennò torniamo indietro e non andiamo avanti”. Dichiarazioni al vetriolo che tradiscono che la decisione di Conte su Siri ha lasciato strascichi. Per ora tuttavia non c’è intenzione di rompere: dopo le Europee, assicura Salvini, in Italia “non cambia e non cambierà nulla se tutti manterranno gli impegni e la parola data. Abbiamo tante cose da fare e l’Italia ha bisogno di un governo”.

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