Salvini nella morsa del Cav-Meloni, FI-FdI contro asse Lega-M5s

Salvini nella morsa del Cav-Meloni, FI-FdI contro asse Lega-M5s
Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi
12 aprile 2018

Il sospetto in FI e Fdi e’ che ieri mattina Salvini e Di Maio si siano visti. Che non ci sia stata tra i due una semplice telefonata. Che l’accordo tra il leader del Carroccio e il candidato premier dei pentastellati sia strutturale e comprenda non solo la presidenza della Commissione speciale sul Def per Molteni. M5s e Lega continuano a scontrarsi pubblicamente. “Non votero’ mai la fiducia ad un governo con Berlusconi e Meloni”, dice l’ex vicepresidente della Camera mentre il segretario del partito di via Bellerio gli chiede di scendere dal piedistallo. Ma Berlusconi e Meloni oggi chiederanno a Salvini di avere una linea chiara. Entrambi puntano ad un pre-incarico per il centrodestra, ma l’alleato che si presentera’ oggi a palazzo Grazioli alle 15 ha gia’ escluso mandati esplorativi a caso.

Per ora Giorgetti e’ libero da ruoli, nonostante sia stato piu’ volte ‘nominato’ e FI vorrebbe che sia lui a tentare la strada dell’esecutivo. Raccogliendo magari il consenso dei dem. Ma il Carroccio a priori e’ contrario ad un confronto con il Pd, da qui l’impasse. Perche’ senza il coinvolgimento del partito del Nazareno anche i ‘berluscones’ temono che sia difficile trovare i numeri in Parlamento. “A meno che non ci sia la minaccia dello scioglimento delle Camere”, ragiona un ‘big’ azzurro. Tuttavia questa prospettiva sembra un’arma scarica, anche se Salvini non ha escluso affatto il voto anticipato.

Il Cav pronto a sponsorizzare un esecutivo Fico o Casellati

Di sicuro FI e’ irritata per non essere stata neanche informata del patto su Molteni, esponente del Carroccio che nella scorsa legislatura si scontro’ con il partito azzurro sulla battaglia per la legittima difesa. Ed e’ irritata anche perche’ ieri mattina mentre si teneva il tavolo delle candidature regionali a Montecitorio, Salvini ha presentato il suo candidato a Terni. Ma l’interesse ad Arcore e’ ovviamente per la formazione del governo, non altro. E non c’e’ alcuna intenzione – riferiscono fonti parlamentari – di dire si’ ad un’eventualita’ di un appoggio esterno, anche perche’ nessuno, a cominciare da Salvini – questa la tesi – potrebbe fornire alcuna tutela.

Ecco quindi che le linee FI e Lega rischiano di restare divergenti. Con il Cavaliere disposto, in seconda battuta, a sponsorizzare un esecutivo del presidente guidato da Fico o Casellati, con un programma ben preciso. E Salvini, invece, restio a dire si’ a formule tecniche. Il timore in casa azzurra e’ che il segretario del Carroccio possa mettere alle strette, non ora ma la prossima settimana, il Cavaliere prospettandogli il bivio tra un governo di centrodestra-M5s ma con solo ministri d’area di FI e un esecutivo guidato da Di Maio e sostenuto dalla Lega.

Salvini prende tempo e guarda il voto in Molise

O che si affacci sempre di piu’ l’eventualita’ del voto anticipato che l’ex premier non gradisce. Di fronte a progetti che prevedono una FI ridimensionata Berlusconi sarebbe pronto a dire no, scegliendo anche la strada dell’opposizione. In ogni caso, al momento Salvini prende tempo, guarda soprattutto al voto in Molise, dove potrebbe scendere in campo anche il Cavaliere che sta preparando un ‘blitz’. Di fronte al possibile pressing del Capo dello Stato si analizzera’ il da farsi sul governo. Ma l’ex premier non ha certamente apprezzato le invettive di Di Maio e Di Battista che a suo dire vorrebbero paragonarlo a Craxi messo al bando per un avviso di garanzia.

Ovviamente l’ex presidente del Consiglio non ha alcuna intenzione di replicare il destino del leader socialista ed e’ pronto a combattere facendo pesare, in un sistema proporzionale, il 14% raggiunto alle elezioni. “Speriamo che non ce ne sia bisogno e che Salvini si dimostri leali”, dicono i ‘big’ azzurri che puntano sull’accordo emerso ad Arcore domenica. Ma il sospetto che il leader del Carroccio abbia altri piani resta sottotraccia. In attesa di oggi quando i tre leader si vedranno a palazzo Grazioli e saliranno poi, insieme ai capigruppo, al Colle.

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