Salvini a Pontida, blocco conti stravolge strategia Lega

Salvini a Pontida, blocco conti stravolge strategia Lega
17 settembre 2017

Doveva essere la Pontida per lanciare il referendum per l’Autonomia di Lombardia e Veneto e per la consacrazione – almeno sul piano interno – di Matteo Salvini candidato premier, con manifesti e striscioni già stampati. Ma Lega Nord torna oggi sul “sacro suolo” con i programmi stravolti: l’appuntamento del 22 ottobre sul quale il Carroccio punta tutto per incassare maggiore autonomia da Roma, e fino due giorni fa tema attorno al quale sarebbe dovuta ruotare l’intera giornata di mobilitazione, passerà in secondo piano, spazzato via dall’emergenza dell’ultim’ora: mobilitare il popolo leghista e lanciare una campagna mediatica contro la “sentenza rossa” voluta – secondo la Lega – per “eliminare” il movimento “dalla scena politica”. Una sentenza del tribunale di Genova, che ha disposto il sequestro cautelativo dei conti correnti del Carroccio, scritta – secondo il fondatore Umberto Bossi – da uno “stato fascista” che fa “processi politici”. Ecco perché, come preannunciato dallo stesso leader leghista Salvini, oggi il programma verrà stravolto. “La Lega non si ferma – ha detto – saremo a Pontida, cambierà completamente la scaletta della giornata, che sarà nel nome della libertà e della democrazia”. Come? “Stiamo studiando iniziative eclatanti che riguarderanno amministratori, consiglieri, deputati e senatori”, anche perché “se non cambia qualcosa difficilmente potrò stampare volantini e manifesti e pagare spot elettorali”.

L’obiettivo è serrare le fila e impostare le basi del contrattacco leghista. “Già settimana prossima faremo ricorso, lunedì pomeriggio è stato convocato un consiglio federale d’urgenza”, ha detto Salvini. Nella sua denuncia, l’eco di Bossi, protagonista diretto dell’inchiesta: il sequestro dei conti, ha detto, è “a prova provata che il processo che mi hanno fatto è stato politico. Hanno inventato tutto per fermare la Lega, non hanno una prova”. Sullo sfondo del tradizionale appuntamento sul “sacro suolo” della cittadina bergamasca rimangono due questioni: la prima – e più urgente – è il Referendum per l’autonomia, che potrà essere portato all’incasso – dando per scontato la vittoria del sì – solo se ci sarà una forte partecipazione popolare. Una chiamata alle urne, forse sottovalutata sul piano politico nazionale, che coinvolgerà 16 milioni di elettori e che è stata, fortemente voluta dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, secondo cui l’esito delle urne avrà un effetto nazionale e “cambierà tutto” sulla questione delle alleanze in vista delle prossime elezioni politiche. “Sarà uno spartiacque. Se il referendum avrà successo – ha detto nelle settimane scorse – se riusciremo a portare tanta gente a votare, cambia il mondo. Anche dal punto di vista delle alleanze. Non solo in Lombardia ma a Roma”. Anche se c’è chi fa notare che il leader Salvini non si è speso sul tema come ha fatto per la questione immigrazione e per la sicurezza

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La seconda questione, più cruciale, è l’assetto dell’alleanza di centrodestra in vista delle elezioni politiche. Che rimane, al momento, ufficialmente irrisolta. Dopo aver rimarcato, per mesi, la distanza con Silvio Berlusconi e Forza Italia su diversi punti “dirimenti”, nelle ultime settimane, a partire da inizio agosto, Salvini ha riservato toni molto più concilianti all’ex (e forse futuro) alleato. Il leader leghista ha abbandonato il refrain sull’uscita dalla Ue e dall’Euro, passando a più concilianti propositi di “revisione dei Trattati”. “Non faccio la battaglia per uscire dall’euro”, è la frase svolta sulla moneta unica, il 14 luglio scorso. E anche su sicurezza e immigrazione ha preferito sottolineare i punti in comune che le divergenze. Il cambio di rotta in piena estate, a inizio agosto, ad una festa della Lega ad Arcore, a poche centinaia di metri dalla residenza di Berlusconi: “Diciamo che sono stati fatti passi avanti non indifferenti”, ha replicato a chi gli ha chiesto se fosse ottimista riguardo a un accordo nel centrodestra. Con Berlusconi, fino a poco prima ritenuto “incoerente”, Salvini dice: “quello che ci tiene uniti è più forte rispetto a quello che ci allontana. Penso che ai primi di settembre dovremo trovare la quadra”. Due giorni dopo si è spinto ad affermare: “Conto di portare a Pontida risultati positivi sia per la Lega sia per la coalizione”. L’agenda, nel frattempo, è cambiata.

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