Salvini riunisce centrodestra sotto di sé. “Uniti torneremo presto al governo”

19 ottobre 2019

Matteo Salvini riunisce il centrodestra: che la manifestazione di piazza San Giovanni possa dare una spallata al governo si vedrà, di sicuro è servita al leader della Lega per ricompattare – sotto la sua leadership – la coalizione che lui stesso aveva diviso per formare il governo con il M5s. Oggi sul palco romano Giorgia Meloni e soprattutto Silvio Berlusconi riconoscono ufficialmente il ruolo del segretario leghista, sposano le sue parole d’ordine, e insieme si promettono: “Uniti torneremo presto al governo”, contro Pd e M5s accomunati negli strali dal palco e nei fischi dalla piazza. Con l’alleanza giallorossa in divenire, tra accordi locali e scontri nel governo, un campo del nuovo possibile bipolarismo dunque si ricompatta: lontani i tempi delle manifestazioni identitarie, sepolti i dubbi sul sovranismo che fino a qualche tempo fa pure Berlusconi mostrava. Berlusconi accetta di parlare per primo tra i leader, la chiusura è ovviamente appannaggio del padrone di casa, che al termine però chiama con lui sul palco anche gli alleati: “Mi piacerebbe, visto che vince sempre la squadra e non si vince mai da soli, che l’abbraccio di questa piazza fosse anche per Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi perchè insieme si vince”.

Ma l’agenda è tutta dettata dalla Lega: aprono gli “sbirri”, come li chiama Salvini, i poliziotti penitenziari, poi la giornalista Maria Giovanna Maglie, chiedendo “rispetto” per i “sacri confini della Nazione”, per “crocefissi o tortellini”. L’unico parlamentare a parlare dal palco è Alberto Bagnai, economista no euro, che definisce irreversibile “soltanto la morte”, non certo l’Europa. E poi dai governatori di centrodestra chiamati a parlare sul palco è una sequenza di “ridare i manganelli alla polizia” (Zaia), di “repressione con fermezza, bisogna permettere alle forze dell’ordine di intervenire senza paura” (Fedriga). Insomma, come sintetizza Salvini, “regole, onore, ordine, disciplina”. Si trova a suo agio Giorgia Meloni, che arriva a promettere di difendere “Dio, patria e famiglia”. Forse un po’ più a disagio Berlusconi, che ricorda “la tradizione liberale” di cui sarebbe erede Forza Italia. Ma tutti d’accordo sulle critiche alla magistratura, fischiata dalla piazza per aver arrestato dei poliziotti; e tutti d’accordo sul no alla lotta all’evasione come declinata dal nuovo governo: “Solo un cretino può lottare contro l’evasione perseguitando i commercianti, vanno ridotte le aliquote”, dice Salvini.

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E poi “la pillolina” della castrazione chimica “per pedofili e stupratori”, rimpatri per i migranti che delinquono, chiusura dei porti, muri e blocchi navali per impedire gli arrivi. Perchè “chi veramente applica l’insegnamento del Vangelo e della Bibbia è chi si applica per impedire le partenze”, dice ancora Salvini, sollevando anche i fischi verso la Chiesa: “Fuori la politica dalle chiese e dalle scuole”, tuona. Questo il nuovo centrodestra che si dice sicuro di tornare a governare: “Abbiamo qualche mese da pazientare, ma la calma è la virtù dei forti: questo periodo ci serve per studiare, per incontrare, per ragionare”, e poi “abbiamo la certezza che noi riprenderemo per mano questo splendido Paese”. Basterà aspettare le elezioni regionali, “le vinceremo tutte e li manderemo a casa”. E a quel punto, promette Salvini, governeremo “senza aspettare gli ordini da Berlino e da Parigi, senza aspettare la telefonata di Merkel o Macron, per dare ai nostri figli l’Italia che ci hanno dato i nostri padri e i nostri nonni: bella, orgogliosa, libera, sovrana”.

“Elezioni, elezioni”, è il grido che si leva più volte dalla piazza che fischia i 5 stelle, gli ex alleati di Salvini al governo (Conte, Di Maio, Di Battista, Taverna) e anche Renzi e Gentiloni quando scorrono sui maxischermi le loro immagini. Fischi ai magistrati che hanno fatto arrestare gli agenti della polizia penitenziaria a Torino. “Vaffanculo” a Beppe Grillo quando viene nominato dal palco. Contestazioni a Gad Lerner (Salvini lo difenderà sul palco dicendo “ci divide solo la fede calcistica”). “Siamo 200mila”, annuncia l’organizzazione a metà evento. La stima della Questura è di 70mila. Il colpo d’occhio comunque c’è tanto da far rivendicare a sé una piazza “simbolo della sinistra”, come ricorda Giorgia Meloni. “Oggi la riempiamo solo noi. Dove c’erano le bandiere rosse sventolano i tricolori: è il segnale, cari compagni, che siete stati sconfitti dalla storia”.

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