Salvini “sfratta” Bossi da Pontida. Il Senatur: “Segnale che dovevo andarmene via”

Salvini “sfratta” Bossi da Pontida. Il Senatur: “Segnale che dovevo andarmene via”
Umberto Bossi e Matteo Salvini
18 settembre 2017

“Non mi sono mai aspettato niente da Salvini. Non mi aspetto niente da uno che tradisce il Nord”. E’ “abbastanza” arrabbiato Umberto Bossi che per la prima volta non ha parlato dal palco di Pontida dopo essere stato escluso dalla scaletta degli interventi. “Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare”. Ma è “un segnale che dovevo andarmene via”, ha detto il fondatore della Lega che non si sente responsabile per la situazione del partito, dopo la sentenza del tribunale di Genova che ha bloccato i conti del Carroccio. “Mica ho preso soldi. E’ stato tutto ordito dai servizi italiani”, ha sottolineato il Senatur. Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni si è detto dispiaciuto per l’esclusione del fondatore della Lega dalla scaletta degli interventi al raduno di Pontida. “Questo mi spiace – ha detto Maroni – perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini. Ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola”.

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Malcontento anche da parte di alcuni attivisti. “Dal palco è sparita la parola Nord, negano la parola a Bossi e Salvini ha detto che la prima cosa che farà al governo è abolire le leggi anti-fascismo (come fosse la priorità del Paese) –  ha commentato Marco Reguzzoni, fondatore di Grande Nord – Questa non è più Pontida, simbolo storico di lotta per la libertà, è solo propaganda personale. La speranza di migliorare il nostro Paese oggi si chiama Grande Nord”. “Non entro nel merito delle dinamiche interne alla Lega – ha aggiunto Bernardelli – Bossi uscirà o no? Può essere importante ma non fondamentale. Il fatto è che Salvini ha spostato il baricentro dell`azione politica del partito dalle ragioni del Nord a sé stesso, sognando un`incoronazione a leader del centrodestra grazie alla sua discesa al Sud i cui scarsi risultati sono sotto gli occhi di tutti. Grande Nord – conclude Bernardelli – vuole diventare il contenitore antipartitico a difesa delle istanze di quelle regioni che rappresentano la locomotiva del Paese, schierandosi a sostegno del referendum sull’autonomia e soprattutto presentandosi alle prossime elezioni regionali lombarde e alle politiche con il proprio simbolo e candidato”.

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