Come sarà il nuovo parlamento. Ecco chi sono i 5 candidati governatore

Come sarà il nuovo parlamento. Ecco chi sono i 5 candidati governatore
4 novembre 2017

Il 5 novembre sono chiamati alle urne 4.661.123 siciliani per eleggere il presidente della Regione e del parlamento regionale. I deputati regionali scendono per la prima volta da 90 a 70, dopo la legge di riforma varata proprio in questa legislatura. I primi due deputati dell’Ars saranno il frutto del voto che i siciliani potranno dare direttamente al candidato governatore. La legge regionale approvata dal 2005 ha infatti introdotto l’elezione diretta del presidente della Regione, che potrà essere scelto a prescindere dai partiti. È il cosiddetto “voto disgiunto”: i siciliani potranno, insomma, in linea teorica, scegliere dalle cosiddette “liste provinciali”, ossia le liste presentate in ognuna delle circoscrizioni (che corrispondono alle ex Province), un deputato regionale facente parte di una coalizione e contemporaneamente un candidato presidente di un’altra coalizione. Se non viene esplicitata questa scelta, si attiverà il cosiddetto “trascinamento”: il voto dato a un deputato si tradurrà anche in un voto per il candidato governatore di quella coalizione. Diventerà governatore, il candidato che otterrà anche un solo voto in più rispetto ai rivali. La legge elettorale siciliana, infatti, non prevede il ballottaggio. Diventerà automaticamente deputato dell’Ars anche il candidato governatore che si piazzerà secondo. È il “miglior perdente” che avrà diritto anche a un ufficio all’Ars e che, per prassi, viene considerato il capo dell’opposizione. L’elezione del governatore con molte probabilità si tradurrà automaticamente in quella dei candidati presenti nella cosiddetta “lista regionale”. Il famoso “listino” del presidente, insomma. Che fino alle ultime elezioni era composto da otto candidati, escluso il presidente. Adesso, questi posti scendono a sei.

Chi fa parte del listino dovrà anche essere presente in una delle liste provinciali. Nel caso in cui – assai probabile in elezioni come queste dove l’elettorato sembra assai diviso – i seggi “conquistati” dalle liste collegate al presidente vincente dovessero essere inferiori a 42, si attingerà appunto al “listino” fino al raggiungimento di quella quota. La corsa che vede almeno quattro candidati “forti” quasi certamente si tradurrà nell’arrivo all’Ars di tutti i candidati presenti nel listino. I rimanenti 62 seggi saranno invece individuati attraverso un meccanismo puramente proporzionale. La riforma che ha previsto la riduzione dei seggi, però, ha cambiato ovviamente la distribuzione degli scranni per Provincia. Cosa cambia collegio per collegio? Intanto, affinché una lista possa entrare nella distribuzione dei seggi dovrà raggiungere, a livello regionale, la soglia del 5 per cento. Non servirà a nulla raggiungere la soglia in singoli collegi provinciali, se poi il risultato regionale dovesse essere inferiore a quella soglia. Come detto, le liste che supereranno il 5 per cento si divideranno i 62 seggi a disposizione. Con quale distribuzione provincia per provincia? I collegi numericamente più penalizzati, in termini di seggi, sono ovviamente quelli che danno diritto a un numero maggiore di scranni. E così, saranno quattro in meno i seggi che verranno fuori da Palermo (dove scenderanno da 20 a 16) e da Catania (da 17 a 13). Tre seggi in meno, rispetto al 2012, a Messina: lì passeranno da 11 a 8; due seggi in meno a Trapani dove scatteranno non più 7, ma 5 seggi. Un seggio in meno invece nei collegi di Agrigento (da 7 a 6), Caltanissetta (da 4 a 3), Enna (da 3 a 2), Ragusa (da 5 a 4) e Siracusa (da 6 a 5).

I CANDIDATI GOVERNATORE

NELLO MUSUMECI Sebastiano Musumeci per tutti in Sicilia è semplicemente Nello. Nato a Militello in Val di Catania il 21 gennaio 1955, il candidato governatore per il centrodestra rappresenta una delle figure più puramente politiche espresse dall’isola negli ultimi 40 anni. Impiegato di un istituto di credito, è giornalista pubblicista. Entrato in politica giovanissimo, aveva 15 anni quando si iscrisse nelle file della Giovane Italia, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Appena 5 anni dopo fu stato eletto consigliere comunale nel suo paese, sbarcando negli anni a venire nei Comuni di Gravina di Catania e Castel di Iudica, dove ha ricoperto anche la carica di vicesindaco in una coalizione di centro-destra. A 32 anni è stato eletto segretario provinciale del Msi a Catania, diventando consigliere provinciale di Catania dal 1990 fino al 1993. L’anno seguente approda in Europa, dove resta fino al 2009. Durante la sua lunga carriera politica ha ricoperto anche la carica di sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali. Mai coinvolto in inchieste di alcun tipo, uno dei suoi “capolavori” politici è stata la guida della Provincia di Catania, con la sola lista del Movimento sociale italiano, venendo poi riconfermato presidente nel ’98, al primo turno, con più di 310.000 preferenze, sostenuto da una coalizione di centro-destra. Grazie al suo impegno la provincia etnea raggiunse la vetta della classifica di gradimento in Italia. Coordinatore di Alleanza nazionale dal 2002 al 2004, ha subito diverse intimidazioni mafiose che lo hanno costretto a vivere sotto scorta per alcuni anni. Per lui si tratta della terza candidatura alla presidenza della Regione Siciliana. Alle elezioni regionali del 2006, infatti, rinunciò ad appoggiare Salvatore Cuffaro, venendo però sconfitto. Cinque anni fa ritentò la strada che porta a Palazzo d’Orleans, ottenendo il 25,7% dei consensi, e venendo sconfitto dal rappresentante del centro-sinistra Rosario Crocetta che prese il 30,5%. Eletto all’Assemblea regionale siciliana, è stato presidente della Commissione regionale antimafia nel 2013 e nel 2015 Musumeci è tra i fondatori e leader del movimento civico siciliano “#Diventerà bellissima”, così denominato per richiamare una frase di Paolo Borsellino rivolta alla Sicilia.

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GIANCARLO CANCELLERI Nato a Caltanissetta il 31 maggio 1975, il candidato governatore M5s Giancarlo Cancelleri è diplomato all’Istituto tecnico per geometri della sua città. Impiegato dal 1998 in una ditta metalmeccanica come magazziniere, dal 2007 ha assunto il ruolo di geometra. In quello stesso anno si fa promotore di un comitato contro il caro bollette, abbracciando fin da subito la “fede” grillina e partecipando attivamente al primo V-Day del Movimento 5 Stelle. Divenuto punto di riferimento con i Grilli Nisseni, nel 2009 si candida come sindaco della sua città, raccogliendo però poco più dell’1% dei voti. Nel 2012 fonda Scorta Civica a sostegno dei magistrati antimafia, che gli varrà il premio “Pippo Fava” per l’impegno civico. Nello stesso anno vince le primarie online del Movimento 5 Stelle per la scelta del candidato alle regionali in Sicilia: ottiene il 18,17% dei voti, con il movimento di Beppe Grillo primo partito dell’isola con 15 deputati d’opposizione al governo Crocetta. Portavoce delle posizioni più radicali del Movimento, Cancelleri ha portato avanti battaglie contro gli sprechi della politica, la lotta alla mafia, la difesa dell’acqua pubblica e dell’ambiente. Insieme ai suoi colleghi di partito inoltre si è ridotto lo stipendio a 2.500 euro mensili, stornando nelle casse regionali la differenza che è stata destinata ai progetti di piccole e medie imprese, nonché alla costruzione della “trazzera” che per diversi mesi ha “ricollegato” Palermo e Catania dopo il cedimento del viadotto Himera. La sua seconda corsa a Palazzo d’Orleans è stata decisa dalla base grillina lo scorso 9 luglio al termine delle “regionarie online” del momvimento, ricevendo 4.350 voti. Un risultato che è stato contestato da un altro ex attivista escluso dalla competizione, il quale ha presentato ricorso, ma che non ha inciso sulla scelta dei vertici del Movimento di correre con Cancelleri verso Palazzo d’Orleans.

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FRABRIZIO MICARI Nato a Palermo il 14 febbraio di 54 anni fa, il candidato governatore di centrosinistra in Sicilia Fabrizio Micari nel 1986 si laurea in Ingegneria meccanica, diventando dopo 2 anni nel 1988 ricercatore. Trasferitosi a Catania, nel 1997 diventa professore associato, titolare di cattedra nel 1999. Al 2002 risale il ritorno all’Università di Palermo, dove insegna materie inerenti alla tecnologia meccanica e i sistemi di lavorazione. Nel 2015 Micari si candida al ruolo di rettore dell’Ateneo palermitano e viene eletto con l’84% di preferenze. Carica che ha mantenuto, sollevando qualche polemica, ma dalla quale attualmente è sospeso. In passato ha rivestito i ruoli di direttore del Dipartimento di Tecnologia meccanica, produzione ed ingegneria gestionale dal 2008 al 2010, preside della facoltà di Ingegneria dal 2010 al 2013, presidente della Scuola Politecnica dal 2014 fino alle dimissioni del marzo 2015 dopo la decisione di candidarsi alle elezioni per il mandato di Rettore. Inoltre Micari ha presieduto l’Associazione italiana di tecnologia meccanica dal 2005 al 2009, il coordinamento della Meccanica italiana dal 2008 al 2014 e la Conferenza per l’Ingegneria dal 2012 ad oggi. La corsa per la guida della Regione Sicilia è la sua prima esperienza politica, dopo essere stato individuato dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando che lo ha proposto ai vertici del Pd indicandolo come l’uomo che avrebbe unito le varie anime del centrosinistra. Una previsione smentita dai fatti, non tanto per responsabilità del candidato, che ha pagato probabilmente la scarsa popolarità, quanto per l’anomala coalizione che lo sostiene, e che vede anche l’Ap di Alfano, ma non la sinistra di Mdp che ha scelto un candidato suo, Claudio Fava.

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CLAUDIO FAVA Il candidato governatore siciliano per la sinistra Claudio Fava è nato a Catania 15 aprile 1957. Suo padre, Giuseppe, fu assassinato dalla mafia nel 1984 per le sue inchieste pubblicate su I Siciliani. Politico e intellettuale, Claudio Fava è laureato in giurisprudenza ed è padre di due figli. Dopo l’uccisione del padre ha raccolto la direzione de I Siciliani, collaborando successivamente con il Corriere della Sera, Il Mattino, L’espresso, l’Europeo, Avvenimenti e la Rai. Nel 1991 ha fondato, con Leoluca Orlando, La Rete, con cui è stato eletto deputato regionale con oltre 19mila preferenze. L’esperienza all’Ars è durata un anno: nel 1992 è volato a Roma, eletto deputato sempre con La Rete, raccogliendo 44.642 preferenze. L’anno seguente si è candidato a sindaco di Catania per La Rete e Rifondazione Comunista, ma è stato sconfitto da Enzo Bianco. L’esperienza della Rete si è conclusa nel 1994 in contrasto con Leoluca Orlando troppo “moderato”. Così Fava ha aderito al movimento Italia Democratica di Nando Dalla Chiesa. Nel febbraio 1999 è stato segretario regionale dei Ds di Veltroni venendo eletto eurodeputato nel 1999. Nel 2001 ha curato la sceneggiatura del film “I Cento passi” del regista Marco Tullio Giordana, incentrato sulla vita e l’omicidio dell’attivista antimafia Peppino Impastato. Il film è stato un successo e gli è valso un David di Donatello per la migliore sceneggiatura ed un Nastro d’Argento per la medesima categoria. Nel 2003 si è candidato alla presidenza della Provincia di Catania, venendo sconfitto però da Raffaele Lombardo. L’anno dopo è stato rieletto eurodeputato con la lista di Uniti nell’Ulivo. Scelto come eurodeputato dell’anno nel 2009 dall’Economist, nell’estate del 2012 ha annunciato la sua candidatura alla presidenza della Regione Siciliana ottenendo l’appoggio di Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia Libertà, Italia dei Valori e Federazione dei Verdi. La candidatura però è sfumata a causa di un intoppo burocratico: non aveva effettuato il cambio di residenza entro il termine di 45 giorni prima delle elezioni richiesto dalla legge regionale siciliana. Al suo posto la coalizione ha candidato Giovanna Marano. Alle politiche del 2013 è stato candidato alla Camera dei Deputati ed eletto deputato, mentre il 22 ottobre dello stesso anno diventa vicepresidente della commissione parlamentare Antimafia. Il 28 febbraio scorso Fava aderisce al gruppo parlamentare Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista con cui il 4 settembre ufficializza la sua candidatura a presidente della Regione siciliana, sostenuto da una coalizione di sinistra, composta da Articolo 1-Mdp, Sinistra Italiana, Possibile, Rifondazione Comunista e Verdi, con una nota congiunta firmata assieme ad Ottavio Navarra, inizialmente indicato come candidato da alcuni partiti.

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ROBERTO LA ROSA C’e’ ancha un indipendentista in corsa per Palazzo d’Orleans. Roberto La Rosa, storico esponente del movimento siciliano, candidato alla Presidenza di “Siciliani Liberi”. Tra i punti programmatici “l’indipendenza dello Stato di Sicilia con l’intento di uscire dall’Europa e dall’euro”, il sostegno al reddito per i non occupati e le casalinghe, la costituzione di una scuola e di una moneta siciliane, la riappropriazione delle proprie risorse finanziarie, la diminuzione dell’Iva e la defiscalizzazione della benzina. E ancora la realizzazione della Zona economica speciale definita come area di uno stato in cui vigono norme fiscali, doganali e, in genere, inerenti la materia economica e commerciale, diverse che nel resto dello Stato che devono indurre “un vero e proprio shock economico nella regione che li ospita”, i cui benefici poi vanno al di la’ degli stretti confini della regione stessa”. Comprende il vecchio concetto di zona franca, ma e’ anche molto di piu’, ha spiegato. Per La Rosa la Sicilia “e’ zona economica speciale per vocazione, e gia’ lo sarebbe, in gran parte, se il suo Statuto d’autonomia non fosse stato bruciato da sentenze abrogative della Corte Costituzionale, ma applicato nella lettera e nello spirito”.

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