Sarah Scazzi, confermato ergastolo per Sabrina e Cosima. In cella anche Misseri

Sarah Scazzi, confermato ergastolo per Sabrina e Cosima. In cella anche Misseri
21 febbraio 2017

La Cassazione scrive la parola fine sul caso di Sarah Scazzi (foto, home), a sette anni dall’omicidio della quindicenne di Avetrana, in Puglia. Sono state la cugina Sabrina Misseri (foto, sx) e la madre Cosima Serrano (foto, cx) ad ucciderla. A sancirlo sono i giudici della suprema Corte che le hanno condannate all’ergastolo, confermando le condanne di primo e secondo grado. Otto anni di reclusione è la pena inflitta, invece, allo zio contadino Michele Misseri (foto), ritenuto colpevole di soppressione di cadavere; pena  ridotta a 4 anni e 11 mesi per Carmine Misseri, accusato di aver aiutato il fratello Michele. Il dispositivo letto in un’aula conferma, infine, le pene per Vito Russo junior e Giuseppe Nigro, entrambi condannato a un anno e quattro mesi per favoreggiamento personale.

LA TRAGEDIA DI AVETRANA Sarah era una ragazza “acqua e sapone”, senza nemici e senza macchia ma con una famiglia da horror, tra accuse reciproche, gelosie e  complicita’ inconfessabili, con lo zio Michele stereotipo del “buon contadino”, una cugina meno bella, e forse invidiosa e una zia silenziosa e dominatrice. E’ questo lo sfondo della tragedia familiare che ha portato alla morte il 26 agosto di sette anni fa di Sarah, figlia della sorella di Cosima Serrano, la zia, sposata con Michele Misseri e madre della sue cugine Sabrina e Valentina. Quella che la piccola Sarah considerava una seconda famiglia, con la quale trascorreva gran parte del tempo, invece si è rivelata la sua tomba.  La cugina Sabrina vedeva in lei una pericolosa rivale per possibili fidanzamenti, era gelosa e con l’atroce complicita’ di mamma Cosima, quel pomeriggio di fine estate l’avrebbe uccisa strangolandola, mentre a tenerla ci avrebbe pensato la madre.   Michele missere, invece, avrebbe caricato  il corpo della ragazza per gettarlo in una cisterna.  Fu proprio Misseri senior a rivelare cosa avvenne quel pomeriggio. Dopo oltre un mese di ricerche e gli appelli della mamma della ragazza,  lo zio Michele ad affermare di essere stato lui, invece,  ad uccidere l’adolescente e a nasconderne il cadavere in un pozzo, salvo poco dopo cambiare versione dei fatti . L’uomo chiamò in causa la figlia Sabrina, anche se, nel corso del processo, e’ piu’ volte tornato ad autoaccusarsi. Una versione che non ha mai convinto gli inquirenti, che hanno sempre considerato il suo gesto un tentativo di proteggere moglie e figlia da una pesante condanna. Una condanna al carcere a vita, quella che la Corte d’assise di Taranto prima e la Corte d’assise d’appello poi hanno inflitto alle due donne, che si sono sempre proclamate innocenti. Per nascondere, hanno sostenuto i giudici di primo e secondo grado, una verita’ agghiacciante: lo stretto rapporto tra Sarah e Sabrina, cugine inseparabili, si era fatto via via piu’ conflittuale.

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1878154-sarah_pMA LO ZIO CONTINUA AD AUTOACCUSARSI Eppure Michele Misseri non demorde e anche dopo la decisione della Cassazione continua ad autoaccusarsi.  “Su Sarah – sostiene–  la giustizia ha sbagliato. Sono stato io, l’ho detto sempre ma non sono stato mai creduto da nessuno. Io non difendo nessuno, io sto dicendo la verita’. Io sono tranquillo di andare in carcere, perche’ so che quello che ho fatto. Quelli che stanno in carcere non hanno fatto niente, stanno pagando la pena piu’ brutta. Per Claudio Scazzi, fratello di Sarah è convinto che la “sorella ha ricevuto giustizia. In Italia la giustizia c’e’, magari non sempre, ma in questo caso si’”.”La sentenza – dice  – è quilibrata e basata sul lavoro durato tanti anni di persone fortemente motivate. Il Paese deve ringraziare coloro che hanno lavorato a questo caso”. Per il legale dei familiari di Sarah Scazzi, “Si chiude una pagina dal punto di vista processuale” dice  l’avvocato Valter Biscotti, aggiungendo che “resta la sofferenza della mamma, del papa’ e del fratello di Sarah. “Ora scatteranno i provvedimenti per chi e’ a piede libero – aggiunge il legale di parte civile – e’ una sentenza che ci aspettavamo dopo la discussione di ieri, la Corte ha ben compreso tutti i punti questo processo”.  Di diverso avviso, invece, l’avvocato Roberto Borgogno, difensore della zia della ragazza Cosima Serrano, “C’e’ un colpevole e ci sono due innocenti che stanno scontando la pena al suo posto: sono due sventurate – aggiunge il legale – combatteremo fino alla fine: si tratta di una battaglia per la giustizia, questo e’ un enorme errore giudiziario”.

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