Sbarcati 357 migranti a Salerno, s’indaga sulle 26 donne morte

6 novembre 2017

La procura di Salerno indaga anche per omicidio plurimo riguardo alla strage delle 26 giovani donne nigeriane i cui cadaveri sono arrivati nel porto di Salerno a bordo della nave spagnola Cantabria, sulla quale c’erano 375 migranti. Le donne, tutte giovanissime, molto probabilmente sono morte durante la traversata in gommone dal Nordafrica verso l’Italia. Una vera e propria “tragedia dell’umanità”, ha dichiarato il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi. “Quello che mi hanno spiegato, perché il salvataggio lo hanno fatto loro (gli spagnoli, ndr) – ha detto il prefetto – è che si trovavano su un gommone dove c’erano donne e maschi, è affondato e le donne purtroppo hanno avuto la peggio perché sono comunque dei soggetti più deboli rispetto ai maschi”. Sembrerebbe esclusa, almeno per ora, l’ipotesi di una tratta di donne finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

“Le tratte delle donne seguono altri canali – ha aggiunto – che non sono quelli di caricarli, è un investimento che i ‘signori’ che si occupano di tratta delle donne fanno e non lo rischiano in un viaggio in cui rischi di perdere tutta in un colpo la ‘merce’, come la chiamano loro”. Grazie alla disponibilità del Comune di Salerno sono stati identificati i siti in cui accogliere le salme delle 26 ragazze. Quanto ai 375 migranti a bordo, tra cui anche bambini e 9 donne in gravidanza, non sono state registrate particolari criticità sanitarie. Settantadue resteranno in Campania, gli altri verranno trasferiti in altre Regioni. “La magistratura – ha concluso Malfi – sta facendo il suo delicatissimo lavoro, perché un evento del genere va gestito con grande attenzione, ma sta anche consentendo di poter incominciare a portare i corpi nei luoghi più giusti”. I magistrati salernitani, nelle prossime ore, stabiliranno anche se concentrare le indagini su presunti responsabili della strage o se procedere contro ignoti.

Leggi anche:
Ligabue risponde a Clerici: mai detto che sai di sugo
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti