Schiaffo della politica alla società

18 maggio 2016

di Gaetano Mineo

editoriale_defNon ce la faceva più e a cinquant’anni s’è impiccato nella sua azienda di Catania. E’ l’ennesimo imprenditore che si toglie la vita per debiti. Ennesima vittima di una crisi che non dà segno di tregua e, spesso, di una politica irresponsabile e incapace di attuare mirate misure per ridare fiato all’economia. Dopo quattro anni di amministrazione Crocetta, non c’è indicatore che abbia risalito la china. Un governo non in grado di fare gioco di squadra con il mondo produttivo (banche comprese) per il rilancio della Sicilia. Tranne, a volte, per affari che nulla hanno a che vedere con il benessere dei siciliani. E’ ora che la classe dirigente si faccia un esame di coscienza e cambi rotta. La politica non può assistere inerte a certe tragedie umane e familiari, quando essa stessa legifera a Sala d’Ercole pensioni d’oro per gli alti burocrati del parlamento siciliano a cui, mensilmente, vanno in tasca circa trentacinque mila euro. E’ uno schiaffo alla società. Intanto, Palazzo d’Orléans continua ad alzare bandiera bianca. Dopo aver gettato la spugna per incapacità nel gestire i rifiuti, chiedendo a Renzi di mandare in Sicilia un commissario, il  governo Crocetta torna a bussare a Palazzo Chigi per affidargli, questa volta, la fallimentare Formazione professionale, dopo averla picconata in questi ultimi due anni. E’ trascorso qualche mese dal suo insediamento, e già l’assessore al ramo si è arreso. E così Marziano (Pd) chiede a Crocetta di scrivere a Roma. “Si chiede di dichiarare lo stato di crisi della Formazione”, si legge nella missiva. Dunque, adesso sia i rifiuti, sia la Formazione sono nelle mani del governo centrale. Se a ciò aggiungiamo che a impugnare le leggi varate dall’Ars non è più il commissario dello Stato, ma Palazzo Chigi che, a sua volta, tiene da mesi sotto scacco Crocetta non erogando i cinquecentocinquanta milioni vitali per la Sicilia, lo Statuto della Regione appare più che in agonia. Ma la politica continua per la sua strada, in barba a tutti e a tutto. Prova n’è che a diciassette mesi dalle prossime elezioni regionali il Pd, per dirne una, già pensa alla campagna elettorale. Faraone gira l’Isola presentando il suo libro-programma. La Boschi, addirittura sbarca in Sicilia per far sapere che il sottosegretario “ha le capacità per governare la Regione”. Tutto legittimo, per carità. Il punto è un altro: chi governerà i siciliani fino a ottobre 2017?

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