E scontro su Etruria: padre Boschi indagato, pm di Arezzo si difende

E scontro su Etruria: padre Boschi indagato, pm di Arezzo si difende
Pier Luigi Boschi e la figlia Maria Elena
5 dicembre 2017

Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena, sarebbe di nuovo indagato in un nuovo filone d’indagine sul dissesto di Banca Etruria. L’ipotesi di reato sarebbe di falso in prospetto per i bond del 2013. Oltre al padre della Boschi, sarebbero indagati tutti i componenti del cda in carica dal 2011 al 2014. Giovedì scorso il procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, aveva detto di fronte alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche che Boschi, il padre della sottosegretari, non figura tra le richieste di rinvio a giudizio per Banca Etruria, escludendo di fatto che fosse coinvolto nelle indagini. Rossi ora ha inviato una lettera, indirizzata al presidente della commissione di inchiesta sulle Banche Pierferdinando Casini, in cui fornisce dei chiarimenti sulla parte della sua audizione in cui si faceva riferimento al coinvolgimento del padre di Maria Elena Boschi nella vicenda Banca Etruria. E’ proprio su questo aspetto che si è scatenata la polemica politica. E così si riaccende lo scontro sulle banche dopo la notizia che il padre della Boschi e’ indagato. Il presidente della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Pier Ferdinando Casini, ha ricevuto dal procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi, una lettera in merito alla sua posizione sul caso di Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio. “Non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Boschi in relazione alle domande che mi venivano poste” dalla Commissione parlamentare. “Le domande hanno riguardato i fatti in oggetto e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati”, scrive il Pm.

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Rossi nella lettera risponde alle accuse di aver “omesso notizie in merito ad un presunto status di indagato di Pierluigi Boschi”. Il magistrato, avrebbe detto di ritenere tali addebiti “gravemente offensivi”, e di aver risposto “a tutte le domande che mi sono state formulate senza alcuna reticenza ne’ omissione”. “Ho chiarito che l’esclusione di Boschi riguardava il processo per bancarotta attualmente in corso – si legge negli stralci – mentre per gli altri procedimenti ho precisato che non essere imputati non significava non essere indagati. Null’altro mi e’ stato chiesto in merito”. Duro attacco da parte di M5s. “Il Pd prima usa le banche per coltivare potere e clientele. Poi, quando le ha definitivamente scassate, lascia sul lastrico i risparmiatori”. E quindi, sul blog di Beppe Grillo, accusa: “In questi giorni si e’ cercato di far credere (come se gli italiani fossero scemi) che Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, fosse quasi un passante dalle parti della banchetta del giglio tragico. Si e’ detto che lui era senza colpe rispetto ai disastri dell’istituto e che tutta la responsabilita’ era della vigilanza” e che nonostante “Bankitalia abbia demeriti rilevanti” secondo i 5 Stelle “scaricare tutto il biasimo sulla vigilanza era ed e’ un’operazione risibile. Adesso sappiamo che papa’ Boschi e’ di nuovo indagato per falso in prospetto e accesso abusivo al credito assieme a tutto il cda 2011-2014 (lui poi divenne addirittura vicepresidente di Etruria dal maggio 2014, guarda caso due mesi dopo che la figlia era stata nominata ministro. Altro che passante). Si tratta – prosegue M5s – di un fascicolo che sarebbe scaturito dalle sanzioni comminate dalla Consob agli ex amministratori, nel settembre scorso, per 2,76 milioni di euro. Al centro dell’interesse degli inquirenti stavolta sono le due obbligazioni subordinate del 2013, che fruttarono 110 milioni” accusano i pentastellati.

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Quindi, concludono: “Il Movimento 5 Stelle aveva subito definito surreali le esultanze degli “yes men” del Pd pochi giorni fa, a seguito dell’audizione del procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, in commissione di inchiesta sul sistema bancario. Oggi, alla luce delle notizie che abbiamo, gli starnazzamenti festanti appaiono addirittura grotteschi”. “Al di là dell’arroganza mostrata dal Pd nei riguardi del parlamento, il sottosegretario Maria Elena Boschi per ragioni di opportunità politica non dovrebbe trarne dovute conclusioni, le stesse che in questi anni ha chiesto per altri con il ditino alzato?”. Lo scrive Miguel Gotor, senatore di Mdp, su twitter commentando la notizia che il padre è indagato per la vicenda Banca Etruria. All’attacco anche Matteo Salvini. “Come Lega chiederemo un’ispezione in Procura ad Arezzo – annuncia il leader del Carroccio -. Comunque è incredibile, di fronte a questa vicenda, che la Boschi sia ancora al governo”. A difendere il sottosegretario vicino a Matteo Renzi ci pensa il Pd: “L’insistenza di fare confusione su Banca Etruria nasconde l’obiettivo di non parlare dei veri problemi delle Banche. I 5 Stelle sono incompetenti e non conoscono regole e leggi – sostiene Franco Vazio, parlamentare dem e componente della commissione sulle banche – Il pm Rossi in Commissione ha descritto i fatti, i documenti e le ragioni per le quali non è stato chiesto il rinvio a giudizio di Boschi per bancarotta. Rossi ha anche spiegato il perché: i crediti deteriorati che sono alla base del crack di Banca Etruria sono datati 2007/2010 quando Boschi non era nel suo cda e perché Boschi non mai ha dato il via libera all’erogazione di crediti deteriorati, che poi non sono stati rimborsati. Su questo è stato audito il pm Rossi in Commissione Banche. Ai 5 stelle interessa solo la famiglia Boschi. A noi interessano le famiglie italiane. Noi non facciamo polemiche, pretendiamo la verità. I risparmiatori hanno bisogno di questo”.

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