Quando Conte era al collegio cattolico

Quando Conte era al collegio cattolico
Giuseppe Conte
24 maggio 2018

Una persona cordiale, semplice, dotata di un certo senso dell’umorismo. Lo storico Carlo Felice Casula, presidente del comitato scientifico di Villa Nazareth, descrive così l’avvocato Giuseppe Conte, in passato studente del collegio di eccellenza fondato a Roma dal cardinale Domenico Tardini per ragazzi poveri, da ieri presidente del consiglio incaricato. Un uomo con “capacità di dialogo e di ascolto”, che intende il suo incarico come “servitore, neppure guida, e tantomeno capo”, secondo il professore e amico del futuro premier. Definirsi avvocato del popolo non ha nulla di “populista”, afferma ancora il professore, che peraltro precisa: “Posso dare per certo che non si è consultato né ha avuto il benestare da nessuna autorità né di Villa Nazareth né della Santa Sede” per accettare il suo nuovo incarico.

“L’ho conosciuto da studente”, racconta ad Askanews il professor Casula, “ed è stato uno studente modello: si è laureato con il massimo dei voti a 24 anni, è poi diventato ricercatore a 32 anni dopo una borsa di studio con il Cnr e a 38 anni era professore ordinario. E’ un curriculum di assoluto rispetto e corrisponde abbastanza alla tipologia di studenti che noi seguiamo a Villa Nazareth, che è un collegio universitario di merito riconosciuto dal ministero dove gli studenti con percorsi ottimali di studio sono seguiti negli studi, sia come residenti che come non residenti, puramente a titolo gratuito, provenendo gli studenti da famiglie non abbienti, con uno svantaggio economico e culturale di partenza. Anche Giuseppe è di una famiglia modesta – racconta Casula – la madre era maestra e il padre era segretario comunale, ma già questa condizione di doppio stipendio ha comportato che non abbiamo potuto prendere Giuseppe come studente residente”.

Villa Nazareth, il collegio universitario

Il professore ricorda anche un viaggio con il cardinale Silvestrini ed alcuni studenti di Villa Nazareth tra cui Giuseppe Conte negli Stati Uniti, nelle università di Duquesne, a Pittsburgh, e Notre Dame, nell’Indiana: anche in quell’occasione “era una persona estremamente divertente e piacevole, che mette allegria, mai musona, molto semplice, uno che non si esibisce mai”. La proprità degli immobili di Villa Nazareth è di una fondazione, Sacra famiglia di Nazareth, creata da Giovanni XXIII all’indomani della morte del cardinale Domenico Tardini, fondatore di Villa Nazareth, ed è una fondazione italiana che gestisce e organizza un collegio universitario che oggi ha due residenza, una maschile e una femminile.

Il presidente è stato negli anni Settanta il cardinal Samoré, poi il cardinale Silvestrini, che è tuttora presidente, mentre l’attuale vicepresidente è mons. Claudio Maria Celli, diplomatico vaticano di lungo corso. L’attuale Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, ha risieduto a Villa Nazareth per un periodo quando iniziava il suo lavoro in Segreteria di Stato. Tutti gli ultimi Papi hanno visitato il collegio, compreso Papa Francesco. “Credo che Giuseppe abbia una profonda fede cristiana, anche una grande sensibilità sociale”, spiega il professor Casula, “ma Villa Nazareth, che si ispira come asse formativo alla parabola dei talenti, non fa nessuna discriminazione nell’accesso, tanto che adesso, ad esempio, abbiamo tra gli studenti anche profughi che sono anche di religione musulmana”.

“Giuseppe ha capacità di dialogo e di ascolto”

Ad ogni modo, tiene a precisare lo storico, Villa Nazareth “è un luogo di assoluta libertà, in cui tra l’altro è prevalente l’impegno culturale e sociale, non propriamente politico, ci sono sensibilità forti su molti temi, ad esempio il tema dell’accoglienza, del dialogo sia interreligioso che interculturale, ma non c’è un imprinting né un controllo da parte vaticana, c’è un clima di assoluta libertà. Posso dare per certo – afferma il professor Casula che non si è consultato né ha avuto il benestare da nessuna autorità né di Villa Nazareth né della Santa Sede”. Il premier incaricato è ricordato da tutti i suoi ex compagni di studi come “persona serena, sempre dialogante, aperta, con grande capacità di ascolto, anche un po’ di ironia”, sottolinea il professore.

“Tutte doti adatte per un Presidente del Consiglio che non vuole essere il ‘Capo del Governo’ – aggiunge – come qualcuno dice rispolverando questa denominazione assunta dal Presidente del Consiglio durante il fascismo, ma appunto un Presidente del Consiglio: Giuseppe ha capacità di dialogo e di ascolto e, dato che non è un limite, proviene dalla società civile. E’ una persona che nella vita ha fatto un lavoro e lo ha fatto molto bene dopo aver fatto molto bene lo studente”, afferma Casula, che ironizza su chi, dopo aver cavalcato la polemica con la “casta”, oggi critica il presidente del Consiglio in pectore per il fatto di provenire appunto dalla società civile. E se altri hanno tirato in ballo il concetto di tribuno del popolo, “il compito dei ministri e del primo ministro – sottolinea il professore – è quello di essere servitore della società e del popolo che vuole governare: in latino ministro vuol dire servitore, neppure guida, e tantomeno capo”.

Il premier ‘bergogliano’

Un Giuseppe Conte populista? “Io che di mestiere faccio lo storico, e mi sono occupato anche di storia dei partiti”, risponde Carlo Felice Casula, “la categoria del populismo è molto poco definita, vuol dire tutto e nulla. A me piace che abbia usato il termine popolo: ma se uno usa il termine popolo non vuole dire sia populista, così come se parli di poveri non vuol dire che sei pauperista o se parli di operai non significa che sei operaista: tutti questi ‘ismi’ fanno diventare ideologici dei fatti che invece sono concreti e reali. A un avvocato viene spontaneo, diventando Presidente del Consiglio, dire che il suo compito è fare l’avvocato del popolo che vuole governare, non c’è nulla di populista in questo. E’ una persona normale, come si è visto pure dalle immagini che lo hanno mostrato mentre scende dal taxi e chiede di pagare”. Bergogliano? “Esattamente, fa quello che una persona normale fa, intanto prende un taxi, pretende e paga la ricevuta, mandando così un messaggio forte. Mi piace l’accostamento con Bergoglio, che va a comprare da solo gli occhiali, e occhiali non di lusso”.

Attualmente il professor Conte è membro del consiglio scientifico del collegio universitario di Villa Nazaret, presieduto da Casula. Il presidente del consiglio incaricato visiterà il suo antico collegio prossimamente? “Spero proprio di sì, ma sicuramente non gli daremo il tormento: quando uno è di casa, lo si lascia ancora più libero e tranquillo, per essere libero lui e liberi noi. Una delle condizioni – lo abbiamo sperimentato anche con figure di ecclesiastici – perché si mantenga un rapporto di amicizia quando uno diventa potente, importante, è che non lo si utilizzi per chiedergli qualcosa, favori personali: questo permette all’amicizia di sopravvivere, e ci atterremo scrupolosamente a questa condotta”. Anche con “Giuseppe”, l’ex studente di origini modeste che sta per entrare a Palazzo Chigi da inquilino. askanews

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