“Senza lasciare traccia”, il nuovo film di Debra Granik

“Senza lasciare traccia”, il nuovo film di Debra Granik
Thomasin McKenzie
30 ottobre 2018

Esce l’8 novembre “Senza lasciare traccia”, il nuovo film di Debra Granik che si ispira al romanzo ‘My Abandonment’ di Peter Rock. Un ritratto misterioso e magnetico di un’esistenza vissuta ai margini: una ragazza adolescente (con l’esordio prorompente di Thomasin McKenzie) e suo padre (Ben Foster) hanno vissuto di nascosto per anni nel Forest Park, un grande bosco situato alle porte di Portland, in Oregon.

Un incontro casuale li porterà allo scoperto, ed entrambi saranno costretti a lasciare il parco per essere affidati agli agenti dei servizi sociali. Proveranno ad adattarsi alla nuova situazione, fino a che una decisione improvvisa li porterà ad affrontare un pericoloso viaggio in mezzo alla natura più selvaggia, alla ricerca dell’indipendenza assoluta, costringendoli a confrontarsi con il loro conflittuale desiderio di essere parte di una comunità e allo stesso tempo il forte bisogno di starne fuori. Dal suo primo film, vincitore al Sundance, Down to the Bone, fino a Un gelido inverno, con Jennifer Lawrence e John Hawkes, nominato a quattro premi Oscar tra cui Miglior Film, passando per il documentario Stray Dog, la scrittrice e regista Debra Granik ha esaminato le esistenze di coloro che vivono ai margini della società cercando disperatamente di mantenere la loro indipendenza.

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Così anche il terzo film della Granik, Senza lasciare traccia, è ambientato tra le strade secondarie e gli accampamenti isolati del nord Ovest degli Stati Uniti. La storia vera da cui è tratto Senza lasciare traccia è divenuta una specie di leggenda nell’area di Portland: una ragazza e suo padre vennero trovati nella riserva naturale che costeggia la zona centrale della città dopo aver vissuto lì per quattro anni.
Si recavano a Portland solo per ritirare la pensione di invalidità e per comprare ciò che non potevano coltivare. La ragazza era in salute, curata, e dotata di un’intelligenza sopra la media. Dopo essere stati trasferiti in una fattoria in cui il padre avrebbe potuto lavorare, la coppia sparì poco tempo dopo. Rock, affascinato dal mistero che i due si lasciarono dietro, ha creato una versione romanzata della storia in cui ha inserito i dettagli mancanti.

Nel momento in cui inizia la vicenda incontriamo padre e figlia nel mezzo della loro quotidianità nel loro accampamento, intenti a usare le loro abilità di sopravvivenza all’aperto per riuscire a vivere fuori dalla società in maniera del tutto autonoma, rimanendo invisibili al mondo esterno. Will e Tom sono una coppia in un racconto che fa parte di un filone molto antico. La Granik si è rifatta al Prospero e Miranda di Shakespeare: “Sono attirata dalla maniera in cui le vecchie storie ritraggono le relazioni più intime, quelle in cui le persone si integrano e completano a vicenda. I personaggi di questa storia si proteggono l’uno con l’altra e si influenzano con le proprie idee. In questa relazione padre-figlia, Tom ha imparato a essere adulta, in alcuni momenti, per poter aiutare il padre vittima delle proprie vulnerabilità psichiatriche. Lui, in cambio, prova a insegnarle ogni cosa utile che conosce”.

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La produttrice Linda Reisman insieme con Anne Harrison fecero leggere il romanzo di Rock alla Granik e alla sua collaboratrice di lunga data, Anne Rosellini. La storia ci porta dentro le foreste e nelle enclave rurali in Oregon e all’interno dello stato di Washington. La Granik rimase affascinata da questo contesto: “I film che ci portano in zone ben specifiche hanno sempre il potere di trasmetterci molto, e questa è una storia fortemente legata alla zona del nord ovest degli Stati Uniti. Potevamo visualizzare fin dall’inizio un’ambientazione, una location e un viaggio che sarebbero stati molto fotogenici, e una storia che sarebbe stata piacevole da raccontare”. Ben equilibrato il cast: Ben Foster, che interpreta il padre, è conosciuto per le sue performance intense in film come Hell or High Water, Lone Survivor e Quel treno per Yuma.

“Ho apprezzato il lavoro di Ben nei suoi film, in particolare in The Messenger – racconta la Granik – quello era un ruolo importante, appassionato e pensavo avesse la possibilità di mettere tutti quegli strati di intensità in questo ruolo. È una persona davvero dedita e profondamente gentile”. Il progetto ha poi visto la partecipazione di Thomasin McKenzie nel ruolo di Tom, ottenuta grazie al provino registrato e mandato ai direttori del casting Kerry Barden e Paul Schnee. Ricorda la Granik: “quando ci dissero che era neozelandese ho immediatamente pensato: non possiamo farlo. Era impossibile per me pensare di coinvolgere qualcuno che non provenisse dalle zone in cui la storia è ambientata. Abbiamo provinato una serie di attrici molto forti, ma il provino di Tom fu quello che mi colpì di più. L’ho rivisto molte e molte volte. C’era qualcosa nella maniera in cui si avvicinava al personaggio che mi ha fatto capire che aveva un’idea ben chiara del ruolo che avrebbe dovuto impersonare”.

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