L’ex braccio destro di Trump condannato a tre anni. Cohen ha comprato il silenzio di due donne

L’ex braccio destro di Trump condannato a tre anni. Cohen ha comprato il silenzio di due donne
Michael Cohen
14 dicembre 2018

Michael Cohen, ex avvocato, amico e faccendiere del presidente statunitense, Donald Trump, è stato condannato a tre anni di carcere per una serie di reati, alcuni dei quali legati al suo lavoro per Trump, tra cui quello di aver violato la legge sui finanziamenti elettorali. Violazione compiuta comprando il silenzio di due donne che sostengono di aver avuto rapporti sessuali con il presidente. Cosa c’entra l’aver pagato il silenzio di due donne con la legge sui finanziamenti in campagna elettorale? Usa Today, con l’aiuto di due esperti, Meredith McGehee e Erin Chlopak, ha spiegato cosa c’entrano le elezioni e cosa rischia Trump, che continua a dichiarare di non aver fatto “nulla di male”; Cohen, invece, ha detto di aver agito su ordine del presidente, consapevole di compiere qualcosa di “sbagliato”.

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Cohen si è dichiarato colpevole di aver violato il Federal Election Campaign Act (Feca), la legge che limita le donazioni per ogni elezione a 2.700 dollari a persona; vieta inoltre a qualsiasi società di fare donazioni ai candidati. Cohen ha violato questa legge perché ha ammesso che i 150.000 dollari dati a Karen McDougal e i 130.000 alla pornostar Stormy Daniels servivano a proteggere la candidatura di Trump.
Per questo, sono state giudicate come donazioni alla campagna elettorale. Le somme hanno violato i limiti per una donazione e, inoltre, non sono state inserite nei resoconti finanziari obbligatori per le campagne elettorali; quindi sono state commesse due violazioni per entrambi i casi.

In almeno uno dei due casi, quello dell’ex modella McDougal, il pagamento è stato effettuato tramite American Media Inc., l’editore della rivista National Enquirer, che ha quindi violato il divieto per una società di contribuire alle campagne elettorali di un candidato. La procura federale ha concesso l’immunità all’editore, che ha ammesso di aver pagato McDougal per impedirle di pubblicizzare la presunta relazione e di aver effettuato il pagamento “di concerto con” la campagna elettorale di Trump. L’American Media pagò per i diritti esclusivi delle rivelazioni della donna, ma solo per nasconderle al pubblico: una pratica conosciuta come “catch and kill”.

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Trump, in una serie di tweet, ha attaccato Cohen perché si è dichiarato colpevole di un reato penale, mentre si tratterebbe, al massimo, di un reato punibile in ambito civile. In effetti, la maggior parte delle violazioni della legge sui finanziamenti elettorali viene gestita in ambito civile; in questo caso, però, Cohen ha ammesso di aver violato la legge “con la volontà e la consapevolezza di farlo”. Trump non è stato accusato dalla procura ed è molto improbabile che lo sarà, finché resterà in carica, visto che questa è la prassi per il dipartimento di Giustizia. Per vincere in tribunale contro Trump servirebbe provare “la sua volontà e consapevolezza” di commettere un reato. Il presidente ha definito il pagamento a Daniels “una semplice transazione privata”.

Teoricamente, il suo presunto coinvolgimento nel caso potrebbe portare all’impeachment, ovvero alla messa in stato di accusa. Probabilmente, però, la violazione della legge sul finanziamento elettorale non sarebbe ritenuta sufficientemente grave per procedere con l’impeachment. La messa in stato d’accusa viene decisa dalla Camera con una maggioranza semplice; poi, entra in gioco il Senato: per rimuovere un presidente, è necessario il voto favorevole dei due terzi dei senatori.

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