Si intreccia puzzle commissari per von der Leyen, niente veti su nome Lega

Si intreccia puzzle commissari per von der Leyen, niente veti su nome Lega
Ursula von der Leyen
19 luglio 2019

Quindici nomi sono gia’ sulla scrivania di Ursula von der Leyen, undici (o 12 a seconda se Brexit accadra’ davvero il 31 ottobre o ci sara’ un rinvio) devono ancora arrivare. Il tempo limite e’ il 26 di agosto, trapela dalla presidenza finlandese, poi spettera’ alla presidente designata comporre il puzzle a settembre e formare la sua squadra. I singoli commissari passeranno al vaglio delle commissioni parlamentari competenti la prima settimana di ottobre e se tutto andra’ liscio il Consiglio europeo, sempre a fine ottobre, approvera’ il team che poi dovra’ tornare a Strasburgo per l’ultimo passaggio, il voto del Parlamento sull’intera Commissione. Dal 1 novembre, salvo intoppi, la nuova squadra di Berlaymont sara’ in carica. Meta’ governi della Ue hanno gia’ designato il loro commissario. Ma malgrado la presidente eletta abbia annunciato la volonta’ di formare una commissione equamente divisa per genere, sono solo 4 le donne indicate dalle capitali (cinque compresa la stessa von der Leyen).

Le donne il cui nome e’ stato gia’ ufficializzato dai rispettivi Paesi sono Margrethe Vestager per la Danimarca, Mariya Gabriel (Bulgaria), Kadri Simmons (Estonia) e Jutta Urpilainen (Finlandia). Ha buone possibilita’ di essere confermata anche l’attuale commissaria alla Giustizia Vera Jourova per la Repubblica Ceca. Oltre alle 4 donne gia’ designate, al momento hanno indicato i loro commissari l’Olanda, con Frans Timmermans, la Spagna, (Josep Borrell), l’Austria, (Joseph Hahn), la Lettonia (Valdis Dombrovskis), la Slovacchia (Maros Sefcovic), l’Irlanda (Phil Hogan), la Grecia (Margaritis Schinas) il Lussemburgo (Nicolas Schimdt) e l’Ungheria (Laslzo Tocsanyi). Mancano all’appello Francia, Svezia, Malta, Portogallo, Croazia, Slovenia, Romania, Cipro, Lituania, Belgio e Italia.

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E proprio per l’Italia, la partita e’ apertissima. Il portafoglio alla Concorrenza resta un obiettivo del governo e all’Italia dovrebbe essere assicurata una vicepresidenza, anche se la posizione della Commissione resta ferma: il processo e’ solo iniziato e il puzzle sara’ composto solo alla fine dei giochi. Una fonte europea fa capire che indicare un nome femminile potrebbe rafforzare la capacita’ negoziale del governo. Ma altre fonti escludono che il meccanismo sia automatico e che una donna italiana avrebbe piu’ possibilita’ di ottenere quel portafoglio. Inoltre non e’ detto che un nome indicato dalla Lega abbia meno chance di ottenere un via libera. Al contrario, secondo quanto trapela a Bruxelles, avere nella squadra di ‘governo’ della Ue un esponente del partito di Matteo Salvini contribuirebbe ad allargare la ‘maggioranza’ parlamentare e responsabilizzare la stessa Lega, che avrebbe meno motivi per attaccare una Commissione di cui fa parte, soprattutto nel caso di un nuovo braccio di ferro con l’Italia in vista della manovra economica d’autunno.

Lo stesso Movimento Cinque Stelle, dopo lo scontro aperto dei giorni scorsi dopo voto su von der Leyen che ha spaccato la maggioranza giallo-verde, smorza i toni e fa un passo di lato, chiarendo che la decisione spetta alla Lega. Non abbiamo mai posto veti al fatto che la scelta venga dalla Lega, precisano fonti M5S europee, ma abbiamo avvertito che il commissario deve passare all’esame delle commissioni e poi dell’intero Parlamento. Se la Lega continua a restare all’angolo la sorte del commissario si complica, se invece fa politica e discute la situazione cambia. Tutto dipendera’ dall’atteggiamento parlamentare che i leghisti decideranno di tenere da qui in avanti dunque, aggiungono le fonti pentastellate. Ma la scelta del commissario, rimane a loro.

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