Si riaccende lo scontro fra Dem e scissionisti. E Bersani sbotta: attaccano me e M5S cresce

Si riaccende lo scontro fra Dem e scissionisti. E Bersani sbotta: attaccano me e M5S cresce
L'esponente di LeU, Pier Luigi Bersani e l'ex premier, Matteo Renzi
23 marzo 2017

Battesimo tra le polemiche per Articolo Uno – Movimento democratico e progressista. Nel giorno in cui veniva presentato il simbolo, una intervista di Pierluigi Bersani, e soprattutto le reazioni che ha suscitato, ha riacceso il confronto fra dem e scissionisti. In un passaggio dell’intervista a La Stampa, Bersani ha sottolineato la necessita’ di “mettersi orecchio a terra ed ascoltare quanti votavano Pd e adesso non votano piu’ o votano M5S”. Parole che sono state interpretate come una mano tesa ai grillini da parte della maggioranza Pd. “Bersani cerca il dialogo con Grillo”, osserva il senatore renziano, Andrea Marcucci, che poi ironizza: “Cerca il dialogo sui vaccini? Su Putin? Il modello di Mdp e’ la Raggi?”. Il coordinatore della mozione Renzi al Congresso Pd, Lorenzo Guerini, giudica “un po’ confuse” le dichiarazioni dell’ex segretario dem. Parole “irresponsabili” quelle dei dem per Bersani che, invece, sottolinea come ci sia la necessita’ di riprendere la strada di una sinistra che faccia la sinistra, unica alternativa “alla destra e ai populismi” dato che oggi “il Partito Democratico e’ respingente. Se la sinistra non fa la sinistra”, ha poi detto, “non ci si lamenti se il M5S fa strada”. Dietro alla presa di posizione di Bersani c’e’, viene spiegato da fonti parlamentari vicine al padre della ‘lenzuolate’, il timore che dopo la vittoria al congresso – vicina anche in virtu’ dei primi risultati dei congressi nei circoli – Matteo Renzi vada a cercare l’appoggio del centrodestra Berlusconi compreso per governare. Andando pero’ incontro – e’ il ragionamento di Bersani – ad una nuova sconfitta di cui farebbe le spese tutto il centro sinistra.

Anche Roberto Speranza sembra sposare questo ragionamento. Il congresso, per l’ex dem, appare sempre piu’ come “un plebiscito-rivincita del capo. D’altra parte lo dicono anche gli ultimi dati”. Poi, alla domanda diretta sulle possibili alleanze, Speranza glissa: “E’ prematuro parlarne, ora ci occupiamo del progetto politico per l’Italia”. Il tentativo di dialogo con i Cinque Stelle risponderebbe, riferiscono le stesse fonti, alla necessita’ di riportare a casa quella fetta di elettorato che si e’ spostata dal Pd e dal campo di centro sinistra ai grillini e che non trova ragioni per ritornare nelle politiche del Pd a trazione renziana ne’ negli attacchi continui che proprio dal Pd provengono. La linea di Bersani, tuttavia, non piace a molti all’interno del nuovo soggetto politico. Perplessita’ sono state manifestate da alcuni ex Sel che paventano la possibilita’ che, cosi’ facendo, si possa dare legittimazione a un Movimento che, anche oggi in Aula e davanti l’ufficio di Presidenza, ha mostrato scarso rispetto delle istituzioni. Al di la’ di polemiche e strategie, oggi comunque si e’ cominciato a intravedere la fisionomia del nuovo soggetto politico. Intanto, sul rapporto con il governo, Speranza ha spiegato che, ferma restando il sostegno alla maggioranza, l’auspicio e’ che “il Governo sviluppi politiche in discontinuita’ con gli ultimi anni. Un esempio e’ stato dato con i voucher, speriamo che si vada avanti cosi’. Chiediamo discontinuita’ a partire dalla agenda sociale, dalla scuola, dal lavoro: sono questi i temi ne stanno a cuore alle famiglie”.

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Oltre a questo, il leader Mdp ha illustrato lo schema di valori che e’ alla base della nascita del nuovo partito: “Articolo Uno deve essere un soggetto orgoglioso della propria storia. Ma senza arroganza, con umilta’. Perche’ l’arroganza non porta da nessuna parte sono state le parole che, per molti presenti al Tempio di Adriano, suonavano come dirette a Matteo Renzi”. “Siamo stati a Locri per dire che la battaglia contro le mafie ci riguarda”, ha proseguito Speranza, “perche’ le mafie si rafforzano quando i diritti diventano privilegi. Cosi’ come dobbiamo mettere al centro dell’agenda l’ambiente”. Per fare tutto questo “c’e’ bisogno di un soggetto, di un simbolo ma soprattutto di un popolo. Questo popolo c’e’ e dobbiamo restituire a questo popolo di centro sinistra una casa”, ha aggiunto. Insomma, “Articolo Uno significa ripartire dai fondamentali. Democrazia, lavoro, ma anche uguaglianza”. Il simbolo e’ il nome stesso del movimento: Articolo Uno, con la prima parola piu’ piccola e di colore verde mentre la seconda, ‘Uno’ in lettere, e’ piu’ grande e di colore rosso. Una scelta stilistica che ha fatto storcere il naso a qualcuno: “Ricorda un po’ il simbolo del Pd”, ha detto una signora ad Alfredo D’Attorre prima di lasciare la sala. C’e’ il simbolo e c’e’ anche un primo appuntamento collegiale: l’assemblea nazionale di Mdp si terra’ infatti a Napoli il primo aprile, come annunciato da Speranza.

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