Sicilia, centrosinistra ancora diviso. In giornata via libera a Musumeci?

Sicilia, centrosinistra ancora diviso. In giornata via libera a Musumeci?
Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini
28 agosto 2017

Il centro destra si ricompatta, in Sicilia, attorno alla figura di Nello Musumeci. Al candidato della coalizione che conta Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, manca solo l’imprimatur del presidente Silvio Berlusconi che incontrera’ nelle prossime ore Giorgia Meloni e Matteo Salvini. L’ex presidente del Consiglio ha fatto prevalere “l’unita’ del centrodestra”, come aveva promesso, dato che la sua prima scelta era caduta sull’avvocato Gaetano Armao, gia’ assessore con Raffaele Lombardo. Quello che si potrebbe configurare, a questo punto, e’ un ticket Musumeci-Armao, con il secondo nel ruolo di vice governatore con deleghe strategiche, come l’Economia o le Infrastrutture. Di questo, ma anche di programma e squadra di governo, si parlera’ durante il faccia a faccia tra Berlusconi e gli alleati nei prossimi giorni. In attesa dell’incontro, un esponente di peso della Lega Nord come Roberto Maroni accoglie positivamente “il ricompattamento del centro destra in Sicilia” e vi scorge un segnale che lascia bene sperare per il futuro: “ricordo i moti indipendentisti e puo’ essere un buon viatico per il futuro e il cambiamento”.  Se il centro destra appare compatto, dall’altra parte del fronte gli animi si fanno di ora in ora piu’ tesi. Il rettore dell’Universita’ di Palermo, Fabrizio Micari, ha ufficializzato la propria candidatura, sostenuta da Pd e Alternativa Popolare. Rimangono fuori, dunque, Mdp e Sinistra Italiana, che schierano Claudio Fava. Una rottura ‘indolore’, per il governatore toscano e cofondatore di Mdp, Enrico Rossi: “Noi crediamo che attorno a Claudio Fava si possa ricostruire il centrosinistra in Sicilia, senza fare male a nessuno”: alle regionali del 5 novembre “si vota con il sistema proporzionale e se il Pd avra’ bisogno del cosiddetto ‘soccorso rosso’, noi ci siamo”, ha spiegato Rossi. Insomma, se nessuno raggiungera’ il 40 per cento necessario per governare, Bersani e compagni si faranno trovare pronti a sostenere, probabilmente dall’esterno, la giunta Micari.

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