Sicilia in fiamme, 13 mila ettari in fumo. E la Protezione civile attacca Crocetta

Sicilia in fiamme, 13 mila ettari in fumo. E la Protezione civile attacca Crocetta
14 luglio 2017

Mentre l`emergenza incendi sembra dare una tregua alla Sicilia, dopo una settimana che ha visto la regione flagellata da centinaia di roghi da Trapani a Siracusa, e da Palermo a Messina, sull`isola, che oggi registra oltre 13mila ettari di vegetazione distrutti, ci si interroga se questo disastro ambientale avrebbe potuto essere affrontato diversamente, e soprattutto limitando i danni. La Sicilia, che può contare su circa 23mila lavoratori forestali, al momento non ha ancora stipulato la convenzione con il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, come aveva esortato a fare nei mesi scorsi il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio (foto). Una mancanza che ha portato Curcio a “bacchettare” il l`amministrazione regionale siciliana attraverso una lettera aperta in cui aveva stigmatizzato “l`inadeguata organizzazione della Regione a fronteggiare il fenomeno attraverso una campagna antincendio efficiente”. Parole che non sono andate giù al presidente siciliano Rosario Crocetta, il quale ha replicato al Capo della Protezione Civile condannando quello che ai suoi occhi appare “uno scarica barile”. “Forse Curcio non conosce la storia – ha detto Crocetta -. Abbiamo sempre avuto una convenzione con il Corpo forestale dello Stato, dopo che l’hanno smantellato i mezzi dovevano essere trasferiti ai vigili del fuoco. Ho chiesto di rinnovare la convenzione con i Vigili del fuoco e aspettiamo una risposta. E di questo ho informato il ministero dell’Interno”. La “partita” si gioca principalmente sull`impiego dei canadair: la Sicilia infatti può contare solo su 4 dei 20 velivoli che devono far fronte ad emergenze in tutta Italia.

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A questo si aggiunge il fatto che quello appena trascorso è stato un mese “record” per le richieste d`intervento. In 30 giorni, infatti, come osservato dal direttore del Dipartimento regionale della Protezione civile siciliana Calogero Foti “sono stati 2.000 i roghi segnalati, e per questi oltre cento sono stati quelli che hanno richiesto un intervento aereo”. Ad alimentare il fuoco delle polemiche sulle inefficienze del servizio antincendi della Regione Siciliana sono stati i segretari provinciali Fai Cisl, Flai Cgli e Uila Uil di Messina, la pronvincia più colpita dai roghi nei giorni scorsi: “Il governo regionale avrebbe potuto, a prescindere dai ritardi dell`approvazione del bilancio – hanno detto -, programmare prioritariamente le risorse per organizzare con uomini, mezzi e attrezzature la campagna antincendio e l`attività di pulizia dei viali parafuoco fin dai primi mesi dell`anno, invece ha lasciato i territori sguarniti di ogni risorsa nell`impossibilita` di potere anche solo minimamente far fronte alle più elementari esigenze organizzative e di manutenzione”. Intanto, polemiche a parte, in Sicilia si fa la conta dei danni. Coldiretti, dopo un primo monitoraggio, parla di milioni di euro in tutta la Sicilia. “Nel ragusano e nel messinese – ha scritto in una nota l`associazione di categoria – sono autentiche azioni di terrorismo che mettono in ginocchio un`intera regione massacrano le aziende, le colture, il paesaggio e danneggiano in modo irreparabile la biodiversita` del territorio: un patrimonio devastato”. “Il conteggio e` ancora sommario, ma il vero disastro riguarda l`assoluta mancanza di soluzioni – ha affermato Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia – Qualcuno in questa Regione deve assumersi la responsabilita` della tragedia degli incendi. Se ci sono piromani devono andare in galera, ma non e` possibile che ogni anno si ripeta la stessa situazione”. Martedi` il governatore Crocetta, che ieri aveva puntato il dito contro le azioni criminali dei piromani, incontrera` i sindaci di Patti e Chiaramonte e ha annunciato la dichiarazione dello “stato di emergenza”.

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