Sicilia, fumata grigia a Arcore. Ma Miccichè ci crede:“Accordo con Alfano più vicino”

9 agosto 2017

Una coalizione più ampia possibile che includa anche Area popolare. Questa volta la strada maestra è autorevole, viene da Arcore dove s’è svolto un vertice per sciogliere il nodo Sicilia. E così Silvio Berlusconi scende in campo in prima persona per chiudere la pratica sulla candidatura del centrodestra a governatore dell’Isola. E mentre Gianfranco Miccichè, Niccolò Ghedini e altri commensali pranzavano con il Cavaliere, nell’Isola piombava Pier Ferdinando Casini per dare una spinta al centrosinistra, anch’esso in cerca di candidato. La partita è più che aperta. Da Villa San Martino, tra una portata e l’altra, Berlusconi ha sentito al telefono sia Angelino Alfano che Giorgia Meloni per sondare il terreno e provare a ricompattare il centrodestra . “E’ stata una telefonata gradita e amichevole – dice Alfano -. Il tema non è con chi andiamo noi, ma chi viene con noi. Cosi’ come il tema non è Forza Italia con cui condividiamo la militanza nel Ppe, ma Salvini da cui tutto ci divide”. In altre parole, “siamo fermi nel portare avanti una candidatura centrista”. E che potrebbe essere l’europarlamentare del Ppe, Giovanni La Via o il deputato azzurro Dore Misuraca.

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Dal canto suo, la Meloni non si sposta di un millimetro, e afferma che “nel corso della telefonata, ho tenuto a ribadire a Berlusconi la posizione di FdI: in Sicilia come a livello nazionale vogliamo vincere con una coalizione seria e credibile”. “FdI non è alleabile con il partito di Alfano – sottolinea la presidente – ma rimandiamo al candidato presidente ogni scelta su possibili proposte politiche civiche di ispirazione sul modello di quanto è accaduto in Liguria”. In ogni caso, “l’unico candidato in grado di vincere in Sicilia è Musumeci”. E proprio su un’eventuale lista civica, Alfano, ha già fatto la prima mossa, depositando lo scorso primo agosto un nuovo simbolo, “Italia al Centro” e che potrebbe divenire “Sicilia la Centro” per agganciarsi al centrodestra. Un fatto è certo, Berlusconi è convinto che il centrodestra unito, da Fdi ad Ap, possa dare filo da torcere ai grillini. Ma il vero nodo rimane la candidatura a governatore per la quale, a questo punto, il Cavaliere avrebbe commissionato dei sondaggi ad hoc sullo stesso Musumeci e altri papabili, a cominciare da Gaetano Armao, ex assessore di Raffaele Lombardo, presente al summit di Acore, e possibile candidato di Fi alla presidenza della Regione.

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“Sono soddisfatto dell’incontro”, gongola il plenipotenziario azzurro nell’Isola, secondo il quale “l’accordo con Alfano lo vedo più vicino”. Casini, frattanto, dal Ragusano continua a tirare la giacchetta al titolare del Viminale e fa sapere che “Ap sarà con noi”, ribadendo, che “con Alfano lavoriamo in sintonia sia a Roma che in Sicilia”. Poi parla di “coerenza, quella che ci ha portato al governo nazionale con Renzi a sostenere Gentiloni è la stessa coerenza che vogliamo in Sicilia, con moderati e progressisti a dar vita ad una coalizione per la Sicilia”. Il coordinatore di Ap in Sicilia, Giuseppe Castiglione, invece, frena gli entusiasmi casiniani: “L’accordo non c’è ancora”. Sarebbe singolare, qualora si arrivasse a sigillare l’alleanza Alfano- Casini- Renzi in Sicilia, perché ritornerebbe in campo la stessa coalizione che ha governato per cinque anni la Sicilia. Cosa che sembra aver dimenticato Giampiero D’Alia: “Il giudizio sul governo Crocetta non e’ positivo”. Tuttavia, il coordinatore nazionale dei Centristi per l’Europa, non molla: “Se si vuole governare realmente la Sicilia, l’unico progetto che si può coltivare è quello che vede insieme l’area moderata e quella progressista”. G. Min.

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