Sicilia, mora 8 mld e 10mila imprese dafault

3 luglio 2014

L’ammontare dei debiti di tutte le pubbliche amministrazioni in Sicilia nei confronti del sistema delle imprese nel 2013 e’ salito a 7,8 miliardi di euro (+2,5%) secondo la Banca d’Italia, e stando alle segnalazioni pervenute ad Ance Sicilia dalle sezioni territoriali, nei primi sei mesi di quest’anno ha superato abbondantemente gli 8 miliardi, con tempi medi di pagamento che rasentano i 365 giorni. Cosi’ fa il punto in una nota l’associazione regionale dei costruttori edili e segnala tra gli altri il caso dei lavori per la nuova darsena di Catania, “dove a causa di rimpalli interni l’Autorita’ portuale e’ arrivata ad avere erogazioni in sospeso per ben 25 milioni di euro”. “E’ anche peggiorata -sottolinea l’Ance- la qualita’ del debito: se prima si trattava anche di spese per investimenti che comunque generavano nuova occupazione, il ritardo nell’utilizzo dei fondi europei e statali e la quasi assenza di risorse regionali per pagamenti in conto capitale hanno fatto si’ che i debiti accumulati siano prevalentemente per forniture e spese correnti. Dunque, non c’e’ nuova occupazione e le imprese, avendo contratto debiti a breve termine per l’acquisto dei materiali da fornire, non ricevendo pagamenti possono solo chiudere”.

I costruttori siciliani lamentano che “l’atteggiamento delle pubbliche amministrazioni e’ stato finora di assenza o, peggio, di indifferenza: sono pochissimi gli enti locali dell’Isola che hanno richiesto le anticipazioni messe a disposizione dal governo nazionale; la Regione non ha utilizzato le risorse offerte dal Dl 35 del 2013 e non ha ancora acceso il mutuo da 1 miliardo di euro. A poco e’ valsa, dunque, la procedura di infrazione avviata dall’Unione europea nei confronti dell’Italia. Il risultato, per quanto riguarda il solo settore edile -sostiene l’Ance- e’ di quasi diecimila aziende fallite in poco tempo e di novantamila lavoratori licenziati”. Salvo Ferlito, presidente di Ance Sicilia, sintetizza: “Si discute ogni giorno di rischio di default della Regione, ma nessuno si e’ reso conto che qui rischia di fallire tutta la Sicilia. Attendiamo un colpo di reni che liberi la capacita’ di iniziativa di mettere liquidita’ sul mercato, e che imponga regole di trasparenza e certezza del diritto a chi decide la spesa pubblica”.

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