Province, sviluppo e trasporti: ecco cosa farà Musumeci in cinque anni

Province, sviluppo e trasporti: ecco cosa farà Musumeci in cinque anni
Il neo governatore della Sicilia, Nello Musumeci
25 novembre 2017

“Entro la prossima settimana chiudero’ la squadra di governo della Sicilia”. L’annuncio è del neo governatore della Regione Siciliana, da Ragusa, in occasione della tappa siciliana di Panorama d’Italia. Nello Musumeci sottolinea di volere un governo che lavora “nell’interesse della Sicilia, il che non esclude che possa esserci un assessore di ogni provincia”.  E proprio in tema di Province, il presidente della Regione intende “restituire” a questi enti,  “le loro funzioni e alla loro dignita’”. Musumeci, in riferimento ai cosiddetti impresentabili osserva: “Ognuno in cabina elettorale scrive un nome e un voto, senza alcuna pistola puntata alla tempia. Se voti per i mascalzoni, te li ritrovi eletti, se voti per le persone perbene e’ chiaro che ti trovi un ceto politico di persone perbene”. In altri termini, “noi politici siamo il risultato, voi elettori siete la causa, non perdiamo di vista questo dato. Voi comandate la domenica, noi siamo sul giornale il lunedi’. In Sicilia gli impresentabili ci sono da 70 anni, e nessuno si e’ mai scandalizzato. Ricordiamoci che il mascalzone politico in Sicilia veniva chiamato ‘unu spertu’ (uno in gamba, ndr) il politico onesto che non faceva favori veniva chiamato ‘cristiano bono ma nun cunta’ (brava persona, ma non ha potere, ndr). E quando dicevo di qualcuno che era un tangentista mi dicevano “e’ uno che mangia e fa mangiare”. Questa e’ la complicita’ di una parte del popolo siciliano nella degenerazione morale che ci siamo tenuti per 70 anni”. “Abbiamo un disavanzo di 500 milioni di euro e un deficit strutturale di quasi 5 miliardi, secondo la Corte dei Conti addirittura di 8 miliardi, speriamo di evitare il fallimento finanziario della Regione – prosegue Musumeci -: questa e’ la situazione che ho trovato, faremo acrobazie con la maggioranza ma anche con i parlamentari di centrosinistra, perche’ nessuno puo’ trincerarsi dietro la foglia di fico dell’appartenenza di fronte a un simile problema”.

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“La mobilita’ – ricorda – e’ l’eterno problema di quest’isola, per merci e persone. Perche’ la politica siciliana, in questi 70 anni, salvo qualche eccezione, ha mancato nella visione proiettata sul futuro. Il politico cerca il consenso immediato e pensa al presente, lo statista non cerca il consenso immediato e pensa al futuro. C’era un contadino in una campagna vicino a quella dei miei quand’era bambino, che a 83 mise a dimora un ulivo, e gli chiesi perche’ vista la sua eta’. E lui mi rispose che la stava piantando per i suoi figli e nipoti. Quel contadino non c’e’ piu’ da tanti anni, la pianta ha una chioma di 8 metri e in estate si suoi nipoti vanno a goderne l’ombra. La saggezza del contadino – dice ancora – dovrebbe ispirare l’operato del politico. Se noi avessimo pensato alle grandi arterie autostradali o alla velocizzazione di tratte autostradali pur sapendo che avrebbero potuto inaugurarle altri, oggi avremmo la Catania Ragusa gia’ completata invece di trovarci l’attuale arteria cosi’ insidiosa e pericolosa, e cosi’ vale esempio per arrivare a Palermo: l’autostrada Catania Palermo e’ interrotta da quasi tre anni dalla caduta di un pilastro, e’ mai possibile che in un Paese tra le massime potenze industriali del mondo debba passare tanto tempo? Daremo priorita’ alle ferrovie, e appena avremo chiarezza sulle risorse economiche e umane a disposizione, faremo un cronoprogramma, il che accadra’ entro i prossimi mesi”, conclude Musumeci. “Abbiamo il dovere di attrarre i capitali e per farlo dovremo rendere appetibile la nostra isola, abbattere alcune diseconomie, rilanciare il sistema del credito, la percezione dell’insicurezza, la burocrazia: non e’ possibile costringere un imprenditore a passare da 10-15 uffici per le autorizzazioni”. Nello Musumeci ha promesso impegni per l’attrazione degli investimenti, nel corso del suo intervento a Ragusa: “Tutto va fatto di pari passo con una forte azione promozionale nel mondo”.

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E aggiunge: “Quanti capitalisti americani o cinesi vorrebbero venire qui, dovremo fare ponti d’oro e tappeti rossi. A me risulta che il mio predecessore lasciasse 5 ore in sala d’attesa i capitalisti che volevano investire. Invece abbiamo bisogno di chi venga a investire denaro. Ma dove sono questi poteri forti, presentatemeli, li porto a cena, fatemeli conoscere. Torino ha fatto sua fortuna con poteri forti, e quando Agnelli disse che se ne voleva andare via, un sindaco comunista ando’ a pregarlo: rimanga, abbiamo bisogno della Fiat. I poteri forti non preoccupano se a scrivere le regole e’ la politica”. Sui fondi europei Musumeci rimarca che “finora sono stati polverizzati per far contenti tutti ma cosi’ non si fa contento nessuno. Una classe dirigente degna di questo nome deve fissare 4 obiettivi prioritari e orientare ad essi i fondi europei, senza pretendere di accontentare tutti perche’ altrimenti si perde la scommessa. Abbiamo 4 miliardi di euro da impegnare e la programmazione che ci vedra’ in prima linea ed e’ rimasta ormai l’unica risorsa, oggi sono una risorsa ordinaria prima che complementari. Quindi dovremo attrarre le imprese dall’estero, mantenere quelle attive, sostenere le giovani imprese, e come farlo va concordato con Camere commercio e con chi aiuta l’internazionalizzazione”. Infine la formazione professionale: “Com’e’ stata gestita finora non mi piace e per colpa di qualche irresponsabile ci sono andati di mezzo migliaia e migliaia di formatori. Il nostro obiettivo e’ rimettere al lavoro i formatori, ne hanno diritto, sono per creare un’agenzia regionale che intercetti le esigenze cosi’ come dettate da mercato del lavoro, perche’ un sistema di formazione che cammina senza dialogare col mercato non funziona, il mercato ci dice di cosa ha bisogno. Sono per affidare formazione alle scuole, all’universita’ e alle imprese”, conclude il neo governatore della Sicilia.

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