Sicilia, partecipate costano 1 miliardo

10 giugno 2014

La Regione Siciliana è al top in Italia in quanto “detiene il maggior numero di partecipazioni societarie, ed in particolare di quelle totalmente pubbliche, nonché il primato per quanto riguarda i costi del personale”. E’ tutto riportato sulla relazione della Corte dei conti, cifre e giudizi compresi. I magistrati contabili, parlano di “dimensioni significative del fenomeno, un quadro complessivo di devianza da basilari principi di economicità e razionalità, la presenza di gravi criticità sui singoli aspetti esaminati”. Tradotto in cifre, parliamo di 34 società partecipate con a carico ben 7.300. In soldoni, invece, in quattro anni (2009-2012) la Regione ha speso oltre un miliardo di euro, fondi pubblici destinati quasi interamente a pagare gli stipendi del personale e i compensi di manager e consulenti.

“In media – recita il documento – ogni società nel quadriennio oggetto di rilevamento ha assorbito risorse per 718.700 euro solo per la corresponsione di emolumenti agli organi sociali”. In media, la spesa per gli emolumenti e’ di circa 300 milioni all’anno; se quella per gli organi societari (amministratori e componenti Cda) e’ in calo (da 4,5 mln del 2009 a 2,9 mln del 2012), la spesa per le consulenze tra il 2001 e il 2012 e’ piu’ che raddoppiata: da 12,9 mln a 27,2 mln di euro. “La Corte ha più volte evidenziato, nel corso degli ultimi giudizi di parificazione, l’esigenza che l’attività delle società partecipate rientri pienamente nel perimetro del sistema dei conti e dei controlli dell’Amministrazione pubblica, e, da ultimo, ha dedicato al fenomeno un’approfondita indagine – si legge ancora nella relazione -. L’occasione per avviare un percorso virtuoso – rispondente a tali imprescindibili esigenze di monitoraggio delle gestioni esterne ed alle istanze di trasparenza e armonizzazione dei conti pubblici poste dall’ordinamento comunitario e dal rinnovato quadro costituzionale – è stata inopinatamente disattesa a seguito della decisione della Regione di abbandonare l’adesione alla procedura di sperimentazione dell’armonizzazione dei sistemi di bilancio”.

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