Vescovi divisi su gay e divorziati

Vescovi divisi su gay e divorziati
18 ottobre 2014

Padri sinodali hanno espresso 62 ‘non placet’ sull’attenzione pastorale verso le persone con orientamento omosessuale. È quanto emerge dalla relazione finale di diciotto pagine. In particolare, il capitolo 55 sulle unioni gay è quello che ha incassato il maggiore numero di no. I ‘placet’, cioè i sì, sono stati 118. La mattinata di lavori si era aperta con l’approvazione del messaggio, il pomeriggio era proseguito con il discorso di Papa Francesco che ha seguito la votazione del documento finale con le indicazioni  delle due settimane di discussioni sul tema della famiglia.

I tre punti controversi. Ecco il testo del capoverso 52 della Relatio Synodi approvato a maggioranza semplice (104 favorevoli e 74 contrari): “Si è riflettuto sulla possibilita’ che i divorziati e risposati accedano ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Diversi Padri sinodali hanno insistito a favore della disciplina attuale, in forza del rapporto costitutivo fra la partecipazione all’Eucaristia e la comunione con la Chiesa ed il suo insegnamento sul matrimonio indissolubile. Altri si sono espressi per un’accoglienza non generalizzata alla mensa eucaristica, in alcune situazioni particolari ed a condizioni ben precise, soprattutto quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli che verrebbero a subire sofferenze ingiuste. L’eventuale accesso ai sacramenti dovrebbe essere preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità del Vescovo diocesano. Va ancora approfondita la questione, tenendo ben presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti, dato che ‘l’imputabilita’ e la responsabilita’ di un’azione possono essere sminuite o annullate” da diversi “fattori psichici oppure sociali”.

Leggi anche:
Attacco con coltello in chiesa di Sydney: feriti fedeli e vescovo

Necessario approfondimento sulle famiglie “ferite”. Al paragrafo 52 del documento finale approvato dal sinodo dei vescovi che riguarda le cure da rivolgere alle “famiglie ferite” (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati, famiglie monoparentali) viene sottolineato che deve essere tenuta “ben presente la distinzione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti”, ma per una decisione definitiva si rimanda al Sinodo del 2015 sulla famiglia, in attesa di risolvere la divisione tra quanti “hanno insistito a favore della disciplina attuale” e quanti si sono espressi per un’accoglienza che sarà “non generalizzata”. Al paragrafo 53 si invita ad un “approfondimento” sulla teoria sostenuta da alcuni padri, che “si sono domandati perché le persone conviventi non possano ricorrere alla comunione sacramentale, dato che la Chiesa li ammette a quella spirituale”.

“Il mio compito è garantire l’unità della Chiesa”

Papa: “Garantire unità. No irrigidimenti”. Parlando a conclusione del Sinodo, Papa Francesco ha messo in guardia i vescovi di tutto il mondo da alcune tentazioni: la prima, ha detto, è “la tentazione dell’irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti – oggi – “tradizionalisti” e anche degli intellettualisti”. “Il compito del Papa – ha dichiarato – è quello di garantire l’unità della Chiesa; è quello di ricordare ai pastori che il loro primo dovere è nutrire il gregge, nutrire il gregge – che il Signore ha loro affidato”.

Leggi anche:
Attacco con coltello in chiesa di Sydney: feriti fedeli e vescovo

Relatio synodi la base per il nuovo anno di lavoro. Il Pontefice – che ha deciso di pubblicare il documento anche se tre punti non sono stati approvati con la maggioranza dei due terzi, in altre occasioni considerata necessaria dai suoi predecessori – ha spiegato la sua decisione nel discorso rivolto ai sinodali: “Cari fratelli e sorelle, ora abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti