Siria, a Duma grandi tavolate imbandite per l’iftar

22 giugno 2017

C’è assedio e assedio. Anche nella ferocissima guerra civile siriana. Quello di Duma, nei pressi di Damasco, nella regione del Ghuta orientale, un feudo ribelle, non sembra somigliare a quello di Stalingrado. Almeno in questi giorni, in cui è in vigore una tregua miracolosamente rispettata da entrambe le parti. E gli effetti si vedono.

La scena è quasi surreale: tavolate all’aperto, con lunghe tovaglie rosse e sontuosamente imbandite per l’iftar, la cena che rompe il severo digiuno imposto dall’alba al tramonto per il rispetto del mese sacro islamico del Ramadan, il tutto nel cuore di uno scenario post-nucleare con le macerie spettrali delle edifici ridotti in rovina dai bombardamenti. Sono pasti in comune che riuniscono dalle 500 alle 900 persone una volta costretti a svolgersi nelle moschee o nelle cantine per evitare i bombardamenti del regime siriano. “Questi festeggiamenti riuniscono le emozioni di tutti” sottolinea un residente di Duma, “interi quartieri si ritrovano nella gioia, non solo gli abitanti di una strada o di una casa. Si condivide un pasto con tutti. È una cosa meravigliosa. Ci sentiamo al sicuro e questa è la cosa più importante per noi”.

È una doppia festa, sia per l’interruzione del rigido digiuno da cibo e liquidi, sia per una pace ritrovata, quella di tempi ormai antichi. Spremute d’arancia, datteri, fagioli con pomodori, olio d’oliva e prezzemolo, insieme a piatti di piselli con stufato di pomodori e riso si accompagnano a yogurt e grandi cesti di albicocche fresche. Possa Dio tenere lontano i bombardamenti, si sente pregare sorridendo. Per qualche ora, la guerra viaggia su altro pianeta. Da queste parti, una gioia immensa e senza paragoni.

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