Raid mirati di Usa, Francia e Gb contro strutture militari siriane. Lanciati 103 missili, non ci sono vittime

Raid mirati di Usa, Francia e Gb contro strutture militari siriane. Lanciati 103 missili, non ci sono vittime
14 aprile 2018

La Siria si è svegliata sotto le bombe: dopo qualche giorno di incertezza, gli Usa, la Francia e la Gran Bretagna hanno lanciato interventi missilistici mirati contro le installazioni del regime di Bashar al-Assad, accusato da Donald Trump di attacchi chimici “mostruosi”. I raid non hanno però fatto “alcuna vittima tra la popolazione civile o nell’esercito siriano” ha sottolineato la Russia, alleata di ferro di Damasco. Erano le quattro del mattino nella capitale siriana quando il presidente Usa ha annunciato l’operazione dalla Casa Bianca. Nello stesso momento a Damasco sono risuonate detonazioni che aprono un nuovo capitolo di tensioni diplomatiche e militari in una guerra sanguinosa e complessa che devasta la Siria da sette anni. Secondo una giornalista dell’Afp, nella capitale del regime di Assad, le esplosioni sono state seguite dal rumore degli aerei da guerra, mentre colonne di fumo si sono alzate a nordest della città. “Ho ordinato alle forze armate degli Stati uniti di lanciare degli attacchi di precisione su obiettivi associati alle capacità del dittatore siriano Bashar al-Assad in materia di armi chimiche” ha detto Trump.

Non si escludono altri attacchi

“E’ in corso un’operazione coordinata con la Francia e il Regno Unito” ha aggiunto. Il segretario alla Difesa Usa James Mattis ha detto che l’attacco è stato mirato all’arsenale chimico siriano, minimizzando il rischio di colpire militari russi presenti sul territorio siriano. “Al momento è un attacco singolo e ritengo che abbia inviato un messaggio molto forte per dissuaderlo, per impedire che lo faccia di nuovo”. Ma sia fonti dell’amministrazione americana, sia dall’Eliseo non si esclude che possano seguire altri attacchi. “Non è finita. Il piano ha molti elementi di flessibilità”, ha spiegato un alto funzionario della Casa Bianca a Cnn. E in mattinata il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ha dichiarato: “Sulla questione delle armi chimiche esiste una linea rossa che non deve essere valicata e se dovesse succedere di nuovo ci sarà un altro intervento. Ma ritengo che la lezione sia stata compresa”. Il regime siriano e gli alleati russo e iraniano hanno subito condannato l’operazione.

La contraerea siriana ha abbattuto 71 missili occidentali

Le autorità di Damasco si sono scagliate contro “un’operazione barbara e brutale” e hanno accusato gli occidentali di cercare di impedire la missione dell’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche Opac, i cui ispettori sono oggi a Douma per indagare sul presunto attacco chimico del 7 aprile, che ha ucciso decine di persone. La Russia, che ha affermato che la contraerea siriana ha abbattuto 71 dei 103 missili da crociera lanciati dagli occidentali, ha condannato i raid “con la massima fermezza” e indetto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Per bocca del suo ambasciatore negli Usa Anatoli Antonov, Mosca ha anche sottolineato che i suoi avvertimenti non sono stati ascoltati e che i raid sono un “insulto” al presidente Vladimir Putin. In Iran, la guida suprema Ali Khamenei ha dato dei “criminali” a Trump, al presidente francese Emmanuel Macron e alla premier britannica Theresa May. Gli occidentali hanno colpito più obiettivi e usato un numero di testate maggiore rispetto alla prima operazione militare dello scorso anno, ma di fatto hanno optato per un’azione mirata e circoscritta con l’intento di evitare di provocare la rappresaglia di Russia e Iran.

“Buona parte dell’arsenale chimico” è stato distrutto

Gli Usa e gli alleati Francia e Gran Bretagna hanno scelto tre target invece della base aerea singola colpita lo scorso anno e hanno usato il doppio delle armi. Ma lo scopo degli attacchi era circoscritto a colpire le installazioni siriane per la guerra chimica e l’operazione è stata concepita come un attacco isolato per punire Damasco dell’attacco a Douma. I raid hanno avuto “successo” secondo le tre potenze occidentali e “buona parte dell’arsenale chimico” è stato distrutto, ha aggiunto Le Drian. Al sorgere del sole, tre quarti d’ora dopo gli attacchi, i sostenitori del regime di Assad si sono riuniti sulla piazza degli Omayyadi a Damasco, tra suoni di clacson e canti patriottici, sventolando bandiere siriane e ballando per la gloria di Assad. A metà giornata i media di stato hanno annunciato l’ingresso della forze di Damasco a Douma, ultimo bastione ribelle nella Ghouta, a est di Damasco. I ribelli di Jaish al-Islam hanno accettato domenica di evacuare la città all’indomani dell’attacco chimico presunto imputato dagli occidentali al regime siriano. Un alto responsabile del gruppo ribelle islamista ha detto che i raid occidentali saranno “una farsa” finchè Assad resta al potere.

May: “Attacchi giusti e legittimi”

L’attacco chimico di Douma, che ha ucciso almeno 40 persone, è stato bollato come una “messinscena” orchestrata dai servizi britannici da Mosca. Ma Washington e Parigi hanno detto di avere “solide prove” dell’uso di armi chimiche da parte del regime siriano. Il capo di Stato maggiore americano, il generale Joe Dunford, ha detto che sono stati colpiti tre obiettivi legati al programma chimico militare siriano: uno vicino a Damasco, due nella provincia di Homs. Secondo l’ong Osservatorio siriano per i diritti civili le installazioni militari erano tutte stata evacuate almeno tre giorni fa. Londra ha annunciato che quattro aerei da caccia Tornado GR4 della Royal Air Force hanno bombardato un complesso militare nei pressi di Homs. Attacchi “giusti e legittimi”, secondo al premier Theresa May, contro l’utilizzo delle armi chimiche. La Francia ha detto di aver colpito con fregate multimissione nel Mediterraneo e aerei da caccia “il principale centro di ricerca” e “due centri di produzione” del programma clandestino chimico del regime, ha detto la ministra della Difesa Florence Parly.

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