Smantellato traffico armi e droga Germania-Sicilia, 20 arresti

Smantellato traffico armi e droga Germania-Sicilia, 20 arresti
26 giugno 2017

Sgominata una organizzazione transnazionale specializzata nel traffico di droga e di armi. Arrestate 20 persone fra Italia e Germania e sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro. L’operazione, battezzata “Meltemi”, coordinata nei rispettivi Paesi dalle autorita’ giudiziarie di Palermo – il procuratore Francesco Lo Voi e il sostituto Maurizio Agnello – e di Costanza (Germania), e’ stata condotta dai i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo e dalla Polizia Criminale della regione tedesca del Baden-Wurttemberg. Il Gico e la Kriminalpolizeidirektion di Rottweil hanno cosi’ smantellato un’agguerrita organizzazione – capeggiata dall’imprenditore palermitano Placido Anello, 52enne con precedenti di polizia, con interessi economici nel settore della ristorazione nella citta’ di Villingen (Germania) e composta tra l’altro da pregiudicati per gravi reati, fortemente attiva nel traffico di sostanze stupefacenti. La collaborazione investigativa tra le autorita’ tedesche e palermitane ha preso spunto dal sequestro, avvenuto il 14 giugno 2016 presso il porto di Palermo, di una pistola “Smith & Wesson 357 Magnum” trovata in possesso di Massimiliano Bellavia, 46 anni, appena sceso dal traghetto proveniente da Genova e immediatamente arrestato. A partire da quel momento, si e’ realizzato uno stretto coordinamento fra le Procure della Repubblica di Palermo e Costanza, che si e’ concretizzato in uno scambio di informazioni diretto e in tempo reale tra investigatori italiani e tedeschi, quest’ultimo agevolato dall’azione svolta dal II Reparto del Comando generale della guardia di finanza.

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E’ stato cosi’ possibile verificare l’attivita’ di alcune persone nel campo degli stupefacenti e procedere a sequestri di droga, sia in Italia che in Germania; inoltre, sono state chiarite le motivazioni di un grave atto di violenza compiuto in Germania contro un locale di proprieta’ di un italiano. Le indagini hanno permesso di delineare una mappa dei traffici di droga dell’organizzazione tra i due Paesi e di individuare man mano ruoli e compiti dei sodali, fra i quali spicca certamente Benito Amodeo, “corriere di droga” dell’organizzazione, fermato a Messina nel dicembre 2016 mentre realizzava due ravvicinati trasporti di droga in Sicilia, di cui uno relativo a un chilo di cocaina, a favore di Giacomo Principato Trosso, 34 anni, originario di Capizzi (Messina), e l’altro concernente 18 chili di marijuana, destinati a Felice Formisano, 46 anni, di Palermo. Nel contempo, la Kriminalpolizeidirektion di Rottweil, grazie agli elementi emersi nelle indagini eseguite dal Gico, e’ riuscita a ricostruire numerosi episodi di compravendita di partite di droga, di cui erano responsabili cittadini italiani dimoranti in Germania. Alla luce dei fatti accertati, la polizia criminale tedesca ha arrestato in Germania 15 persone e ha eseguito una trentina di perquisizioni, nel corso delle quali, con l’impiego di circa 300 poliziotti e l’attiva partecipazione di un ufficiale e di quattro finanzieri del Gico, sono stati sequestrati banconote per oltre 60 mila euro, due pistole (una semiautomatica e un revolver), due lanciarazzi, diverse armi da taglio, una piantagione indoor di cannabis indica e 12,5 chili di marijuana, oltre a sei autovetture, due terreni e merci del valore di oltre 145.000 euro.

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Contestualmente, le Fiamme Gialle palermitane hanno dato esecuzione, in Sicilia e Calabria, a tre fermi di indiziato di delitto emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo nei confronti di Benito Amodeo, Giacomo Principato Trosso e Felice Formisano e a due mandati di arresto europeo a carico di Rosario Salvatore Iuliano di Isola Capo Rizzuto, che si trovava in Italia per il matrimonio del figlio, e Antonino Lo Grande di Leonforte (Enna), che faceva il pendolare fra l’Italia, dove scontava un residuo di pena ai servizi sociali sino al giovedi’, e la Germania, dove durante il weekend si metteva a disposizione dell’organizzazione criminale. Accanto alle attivita’ volte a disarticolare l’apparato militare dell’organizzazione, sono state condotte mirate indagini patrimoniali, che hanno permesso di accertare la sperequazione fra i redditi leciti del nucleo familiare di Anello e la sua reale ricchezza. E’ stato ricostruito tra l’altro come, al momento dell’emigrazione in Germania, Anello non avesse le risorse economiche necessarie per avviare alcuna attivita’ imprenditoriale e che lo stesso ha continuato a mantenere saldi rapporti, anche di natura economica, con il territorio palermitano, ove ha investito attraverso “prestanome” ed aveva la disponibilita’ di beni e dimore di lusso. Per questi motivi, i finanzieri del Gico di Palermo hanno eseguito il sequestro preventivo d’urgenza “per sproporzione” dei beni immobili e delle disponibilita’ finanziarie possedute da Placido Anello in Italia, rappresentate da circa 40.000 euro in contanti, conti correnti, nove terreni, sei villini di cui uno di pregio, due magazzini, dieci abitazioni in appartamento, realizzati abusivamente e poi sanati.

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