Souad Abderrahim, l’islamista senza velo. La prima sindaca nella storia del Paese

Souad Abderrahim, l’islamista senza velo. La prima sindaca nella storia del Paese
Souad Abderrahim
7 maggio 2018

E’ un profilo tutt’altro che lineare, spesso all’apparenza contraddittorio, quello di Souad Abderrahim, la farmacista 53enne che e’ riuscita a conquistare la poltrona di sindaco di Tunisi, prima donna nella storia del Paese. E lo ha fatto candidandosi, pur non portando il velo e vestendo all’occidentale, con il partito islamista Ennahda. Lei tuttavia precisa di essere “indipendente”, ne’ di destra ne’ di sinistra. Le sue posizioni pero’, in particolare sulla famiglia, sono molto chiare: “La famiglia non dovrebbe essere formata al di fuori dei vincoli del matrimonio”, diceva nel 2011 qualche mese dopo il successo della Rivoluzione del gelsomino, attaccando in particolare la madri single ancora non viste di buon occhio nella societa’ tunisina. Un’uscita che l’e’ costata, il 22 novembre 2011, anche un’aggressione fisica all’esterno del Palazzo dell’Assemblea costituente. Non era la prima volta che Abderrahim pagava per le proprie opinioni politiche. Nel 1985, quando studiava alla Facolta’ di Medicina di Monastir sul Mediterraneo (e’ nata a Sfax, nel Sud, ma e’ cresciuta nei sobborghi di Tunisi), e’ finita in carcere per un paio di settimane: si era trovata in mezzo a uno scontro tra studenti islamisti e alcuni di sinistra. Gia’ allora si impegnava a unire i fronti, andando oltre gli orientamenti politici, fondando l’Unione generale degli studenti tunisini.

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L’intento era di “riconciliare entrambe le parti e servire gli interessi degli studenti in generale piu’ di quelli di un campo politico o di un’ideologia”. La sua lotta studentesca la costrinse pero’ ad allontanarsi dagli studi: e’ riuscita a laurearsi solo nel 1992. Ha poi avviato la sua carriera nell’industria farmaceutica. Nel 2011, organizzando una carovana umanitaria per rifornire di medicinale gli ospedali semi-abbandonati del sud del Paese, e’ ritornata la sua passione per la politica. E ha scelto di valorizzarla con il partito islamista Ennahda, il piu’ forte dopo l’era di Zine El Abidin Ben Ali. “Ho iniziato a studiare il loro programma e l’ho trovato convincente. Inoltre, c’era gia’ molta fiducia tra loro e me. L’ho trovato propizio a difendere i risultati della donna presentando la mia candidatura all’Assemblea costituente con Ennahdha. Come donna, la mia presenza potrebbe essere una garanzia, una salvaguardia per i nostri diritti”, sosteneva nel 2011 preparandosi a fare parte della squadra che avrebbe scritto la nuova Costituzione tunisina. E ora lo conferma anche da sindaca: “Essere il primo sindaco donna di Tunisi e’ un orgoglio per tutte le donne tunisine”. Nel 2014 ha ottenuto l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine al merito tunisino. E’ sposata e ha due figli (lei e’ invece e’ cresciuta con 7 fratelli). 

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