Spesa fondi Ue, l’Italia arranca e la Sicilia è in ritardo

11 marzo 2014

La Commissione Ue preme sull’Italia affinche’ i fondi strutturali della programmazione 2014-2020 siano utilizzati per “rimettere l’economia sulla strada di una competitivita’ ritrovata”, per questo si vuole accertare che il 40% di investimenti, che nella bozza informale di accordo sono concentrati su ricerca, innovazione, tecnologia e competitivita’, vengano destinati con efficacia a tali obiettivi. Le lezioni del passato insegnano. Cosi’, mentre l’Italia arranca per assorbire 12,9 miliardi di euro della vecchia programmazione, entro fine 2015 (“una bella sida” per Regioni “in ritardo” come Sicilia Campania, Calabria, Lazio, Friuli Venezia Giulia), da Bruxelles partono 45 pagine di osservazioni per migliorare il documento ufficiale, che dovra’ essere presentato entro il 22 aprile.

Altra nota negativa per la Sicilia. Secondo la Corte dei conti, l’Isola è la prima regione italiana per frodi e irregolarità nella gestione dei fondi europei. Solo in Sicilia, l’ erario deve recuperare, per irregolarità nel solo anno 2012, ben 148,5 milioni di euro. Seguono la Campania con 17,4 milioni e la Calabria con 12 milioni. I programmi più interessati dalle irregolarità, si legge nella relazione della magistratura contabile, “sono quelli regionali, con somme da recuperare che incidono per il 56,4% su gli importi complessivi: il 94,2% è relativo a fenomeni riscontrabili nelle Regioni meridionali”. Le irregolarità maggiori, in Sicilia, sono state accertate nel Fesr (147,3 milioni) e in materia di politica agricola (Feaga/Feasr). Molti degli importi da recuperare, infatti, risultano a carico dell’Agea, l’organismo pagatore dei fondi agricoli, che in un recente controllo ha scoperto che la parte più rilevante delle segnalazioni è ascrivibile alla Regione Siciliana, con un’incidenza del 42,5% sugli importi complessivi da recuperare.

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