Spettro della fiducia del governo su ius soli, e scoppia la polemica. “Faremo le barricate”

Spettro della fiducia del governo su ius soli, e scoppia la polemica. “Faremo le barricate”
22 febbraio 2017

Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini annuncia ‘barricate’ se il Pd, come annunciato in un’intervista dal presidente Matteo Orfini, provasse a mettere la fiducia sullo ius soli, ossia il diritto a divenire cittadini non in base alla nazionalità dei genitori (ius sanguinis) ma in base al luogo di nascita. Per Salvini il diritto alla cittadinanza legato non alla discendenza bensi’ al luogo di nascita e’ “una cavolata” e, rivolgendosi direttamente al “signor Orfini”, sostiene che la Lega “farà le barricate, non fuori, ma dentro il Parlamento” e non esclude, nel caso lo ius soli entrasse nell’ordinamento italiano, di ricorrere a un referendum abrogativo, anche se “speriamo di bloccare prima questa follia”.

IL CENTRODESTRA IN RIVOLTA E scoppia la rivolta del centro destra. A ruota seguono la ‘linea’ leghista Maurizio Lupi (Ap), Maurizio Gasparri (FI) e Giorgia Meloni (Fdl). Per il capogruppo a Montecitorio di Area popolare, Maurizio Lupi “Il signor Orfini si faccia i conti al proprio interno e non pensi di avere degli zerbini”. Gli fa eco il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, che rincara la dosa: “Lo ius soli e’ fermo al Senato e li’ morira’. La cittadinanza facile per gli immigrati non sara’ mai legge. Siamo disposti a tutto per non far passare un principio sbagliato e incostituzionale. Prima i cittadini, prima gli italiani. Le priorita’ sono il lavoro, la sicurezza, un fisco meno vessatorio, lo stop all’immigrazione clandestina”. “Orfini – avverte Gasparri – non si avventuri in ambiti che non gli competono”. Su Facebook, invece, Giorgia Meloni sottolinea che “per Fratelli d’Italia la cittadinanza non e’ un automatismo ma e’ il suggello di un percorso, durante il quale bisogna dimostrare di desiderarla, volerla e meritarla”, mentre la senatrice Laura Bianconi di Ap rileva che “la fiducia la decide il Consiglio dei ministri nell’ambito di una discussione e di un confronto ampio ed articolato”.

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