Srebrenica, pagina europea più buia dopo II Guerra Mondiale

24 marzo 2016

Il massacro di Srebrenica del luglio 1995, per il quale Radovan Karadzic è stato giudicato oggi colpevole di genocidio dal Tribunale Penale Internazionale per i crimini nell’ex Yugoslavia, è la più sanguinosa strage compiuta in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Sul banco degli imputati siedono venti persone: al momento dei fatti a Srebrenica – città a maggioranza musulmana assediata dalle forze serbo-bosniache e difesa da una zona di sicurezza presidiata dai Caschi Blu olandesi dell’Onu – rimanevano 42mila persone, di cui 36mila rifugiati. Scarsamente armati e privi di supporto aereo le forze Onu si rifugiarono nella vicina base di Potocari, portando con sé una parte della popolazione fuggita dalla città: i rifugiati dentro e fuori dalla base vennero però portati via dai serbo-bosniaci a bordo di autobus, e gli uomini separati dalle donne. I primi vennero rinchiusi in scuole o magazzini vuoti, per poi dopo qualche ora essere portati nei campi e fucilati a piccoli gruppi e seppelliti in numerose fosse comuni: sulle circa 8mila vittime ne sono state ritrovate ed identificate circa 6.600, ma una nuova fossa comune è stata scoperta ancora nel 2015.

La comunità internazionale viene spesso accusata di aver abbandonato al proprio destino la popolazione di Srebrenica non autorizzando le incursioni aeree richieste dalle autorità bosniache; l’Olanda in particolare viene ritenuta civilmente responsabile dell’uccisione di 300 musulmani che avevano trovato rifugio a Potocari. Quattordici condanne di cui cinque per genocidio, sono già state comminate mentre altri due processi nei confronti di tre imputati sono ancora in corso: tra i principali condannati figurano Radislav Krstic, il generale che diresse l’attacco contro Srebrenica, primo serbo bosniaco ad essere riconosciuto colpevole di complicità in genocidio e condannato a 35 anni di carcere; il generale Zdravko Tolimir, considerato il braccio destro del comandante in capo serbo-bosniaco, Ratko Mladic, condannato all’ergastolo. Oltre a Karadzic i processi in corso riguardano appunto Ratko Mladic, considerato l’alter ego militare dello stesso Karadzic, e i due principali responsabili dei servizi segreti serbi, Jovica Stanisic e Franko Simatovic, per i quali la Procura del Tpi ha richiesto la riapertura del procedimento dopo una prima sentenza di assoluzione.

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