I messicani alle urne per il nuovo presidente. Favorito l’antiestablishment Manuel Lopez Obrador

29 giugno 2018

Stanchi di corruzione e violenza, i messicani andranno alle urne domenica per elezioni storiche che dovrebbero punire l’establishment politico e consegnare la presidenza al candidato di sinistra Andres Manuel Lopez Obrador. “Cambia!”, “Volta pagina!” sono gli slogan di Obrador, “Amlo” per i suoi sostenitori, 64 anni, ex sindaco di Città del Messico, leader di una coalizione guidata dal suo Movimiento Regeneración Nacional (Morena). Una vittoria di Amlo sconvolgerebbe la scena politica messicana, dominata dal 1988 da tre partiti: il Partito Rivoluzionario Istituzionale (Pri, destra, al potere per 71 anni consecutivi dal 1929 al 2000), il Partito di Azione Nazionale (Pan, centrodestra), e il Partito della Rivoluzione democratica (Prd, centrosinistra).

Una classe politica da cui Amlo ha preso subito le distanza, definendola una “mafia del potere”. “Le politiche degli ultimi trent’anni non hanno funzionato: non abbiamo avuto neanche una crescita economica. A crescere sono state la corruzione, la povertà, il crimine e la violenza, e questo è il motivo per cui queste politiche devono finire nell’immondizia della storia”, ha detto Obrador in chiusura di campagna elettorale. Anche i rivali José Antonio Meade (Pri, ex ministro delle Finanze) e Ricardo Anaya (Pan, ex presidente del Parlamento) hanno cercato di prendere le distanze dalle eredità politiche delle rispettive formazioni, chiedendo al proprio elettorato di unirsi per evitare la vittoria di “Amlo”.

L’aggregatore di sondaggi Oraculus vede Obrador al 48,1% di preferenze, Anaya al 26,1%, Meade al 20,8% e il candidato indipendente Jaime Rodriguez al 5%; la coalizione di Obrador viene inoltre data a pochi seggi dall’ottenere la maggioranza al Congresso, mentre dovrebbe aggiudicarsi sei dei nove governatorati che verranno rinnovati. Se verranno confermati i dati, si tratterebbe di una grossa vittoria per un partito lanciato solo sei anni fa, originariamente come movimento di massa per sostenere la campagna presidenziale nel 2012. “Governerò in modo esemplare, e con austerità. Non avrò che la metà dello stipendio dell’attuale presidente, e continuerò a vivere nella mia casa”, ha promesso Obrador in un video diffuso sui social network. “Né Meade né Anaya sono riusciti a presentare qualcosa di attraente come il messaggio di Lopez Obrador – ha detto alla France presse l’analista politico Fernando Dworak – piaccia o meno, è il miglior comunicatore politico in Messico”.

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