Stato-mafia, processo resta a Palermo

18 aprile 2014

Il processo sulla presunta trattativa sullo stato e la mafia che vede alla sbarra boss mafiosi e esponenti delle forze dell’ordine, rimarra’ a Palermo, davanti ai giudici della seconda corte d’Assise. Lo ha deciso la sesta sezione penale della Corte di Cassazione che ha respinto la richiesta di rimessione del processo presentata dalle difese degli ex ufficiali dei carabinieri Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, i tre ufficiali dei Carabinieri imputati nel procedimento. Per la cronaca, nessun difensore di Marcello Dell’Utri si e’ presentato in Cassazione, essendo l’ex senatore di Forza Italia imputato. Per Dell’Utri, che si trova in stato di fermo in un ospedale libanese, avrebbero potuto partecipare all’udienza davanti ai supremi giudici i difensori Giuseppe Di Peri e Pietro Federico.
La richiesta di rimessione del processo era motivata dal rischio per l’incolumita’ pubblica. Il processo sulla trattativa Stato-mafia e’ in corso davanti alla corte d’assise di Palermo. Gli imputati, nel ricorso in Cassazione, hanno evidenziato tutta una serie di elementi – dalle minacce di Toto’ Riina, agli anonimi giunti alle Procure di Palermo e Caltanissetta, a strane circostanze come l’incursione in casa del pm Roberto Tartaglia, tra i magistrati che indagano sulla trattativa – per dimostrare che lo svolgimento del dibattimento nel capoluogo siciliano non si svolgerebbe con la necessaria serenita’ e metterebbe a rischio l’incolumita’ pubblica. Oggi il no della Cassazione.

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