“Tra silenzi, dichiarazioni di rito e talune rievocazioni intrese di ipocrisia, ricorre oggi il novantesimo anniversario della nascita di Francesco Cossiga, ottavo Presidente della Repubblica. Figura centrale della nostra storia, merita di essere ricordato e celebrato anche e soprattutto rammentando l’attualita’ del suo pensiero e delle sue intuizioni in materia di riforme istituzionali, che, tra l’altro, gli costarono la richiesta di messa in stato di accusa”.
Lo afferma Stefania Craxi di Fi. Sarebbe sufficiente rileggere i giornali del tempo per comprendere il clamore e la portata riformatrice del messaggio alle Camere del giugno ’91, sulla scia di quanto fece dodici anni prima lo stesso Bettino Craxi. Infatti, dalla forma di governo al ruolo delle autonomie, passando per la disciplina dell’ordine giudiziario ai nuovi diritti di cittadinanza, fino agli strumenti di finanza pubblica ed alle procedure alternative al 138 per una revisione organica della Carta, il messaggio di Cossiga rappresenta tutt’ora una traccia importante che la politica, il Parlamento, dovrebbero seguire. Il tema delle riforme istituzionali, sebbene allora come oggi non risulti popolare, resta infatti prepotentemente sul tavolo della discussione come nodo irrisolto che provoca nocumento alla salute della nostra democrazia, specie in tempi in cui taluni vagheggiano modelli istituzionali che sarebbero tutto fuorche’ democratici”, conclude Craxi.
