Stop a legalizzazione cannabis, Radicali e M5s attaccano il Pd

Stop a legalizzazione cannabis, Radicali e M5s attaccano il Pd
26 luglio 2017

Uso terapeutico sì, legalizzazione no. Il testo sull’uso terapeutico della cannabis con stralcio invece della controversa liberalizzazione inizialmente previsto approvato dalla maggioranza in commissione Giustizia alla Camera e la cui approvazione in aula a Montecitorio e poi al Senato prima della fine della legislatura è tutt’altro che scontato ha determinato dure accuse contro l’ok del Pd al compromesso raggiunto con i centristi di Ap, in particolare da parte di Radicali, M5s e intergruppo antiproibizionista. “Il testo votato oggi in commissione – ha puntato il dito sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova via Facebook- non è un testo che riguardi la legalizzazione. Si limita a proporre qualche tardivo, seppur utile, aggiustamento alla disciplina dell’uso terapeutico della cannabis”. “Il Pd ha scelto di votare con Lega, Fi e Ncd, smentendo la scelta antiproibizionista di oltre cento parlamentari democratici che avevano sottoscritto il disegno di legge #cannabislegale”, ha detto il senatore, commentando l’adozione in Commissione del testo base proposto dalla relatrice del Pd Miotto. “Si lasciano così milioni di italiani, giovani ma non solo, convinti della necessità di passare dal regime criminale a quello legale, di sentirsi rappresentati solo da M5S e sinistra anti-Pd. A settembre, quando si arriverà in aula, ci sarà un’ultima occasione per dare un segnale diverso nel voto sugli emendamenti che riproporranno i contenuti del testo elaborato dall’intergruppo”, ha concluso Della Vedova.

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“Come volevasi dimostrare. Oggi il Partito Democratico, dopo tanti falsi proclami – hanno denunciato in una nota congiunta i parlamentari M5s della commissione Giustizia- ha affossato definitivamente la legge per la legalizzazione cannabis, una legge di buon senso mandando all’aria peraltro un lavoro che va avanti da mesi e che ha coinvolto esponenti di tutte le forze politiche all’interno di un intergruppo ad hoc, a riprova della volontà iniziale di dare una svolta sul tema. Invece no, alla fine il Pd ha gettato tutto alle ortiche, tirandosi indietro e votando contro la proposta del primo firmatario Giachetti, cui denunceremo la scomparsa a “Chi l’ha visto?” per totale assenza dal dibattito. Hanno fatto i Giovanardi del momento. Anzi, peggio. Si è votato un testo base che prevede solo la cannabis ad uso terapeutico, su cui già il ministro Lorenzin potrebbe agire in autonomia ed già presente anche nell’altro testo base, escludendo a priori coltivazione personale e commercializzazione sotto controllo dello Stato. Una scelta non solo contraria alle indicazioni fornite da illustri magistrati come il procuratore Antimafia Roberti, ma che non incide assolutamente sulla volontà, ribadita da più parti, di colpire il traffico di stupefacenti in mano alle mafie”. “Mafie e mercanti della droga – hanno fatto eco segretario e presidente dei Radicali italiani Riccardo Magi e Antonella Soldo – non possono che dire grazie di fronte all’affossamento del ddl cannabis legale. La scelta proposta dall’onorevole Miotto di portare avanti solo la parte relativa alla cannabis terapeutica è irresponsabile e ipocrita”.

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I radicali hanno ricordato che la cannabis terapeutica è legale dal 2007 in Italia “e nonostante ciò fatica ad affermarsi proprio a causa dell’aurea di criminalizzazione che ancora circonda questa sostanza: infatti sono ancora moltissimi i medici che non conoscono questa possibilità terapeutica o che si rifiutano di prescriverla per paura di essere perseguiti”. “Rinunciando a creare le condizioni in parlamento per approvare l’intero testo – hanno detto ancora segretario e presidente dei Radicali italiani  – il Pd ha perso l’occasione di conquistare una riforma invocata dalla stragrande maggioranza del Paese, appoggiata da numerosi magistrati e dalla direzione nazionale antimafia. Legalizzare la cannabis non è un capriccio ma è un’urgenza che riguarda migliaia di detenuti nelle carceri, migliaia di processi che intasano i tribunali, milioni di euro e risorse sottratte ad operazioni della polizia; riguarda la salute, i diritti e le libertà delle persone. La partita sulla legalizzazione però non si chiude qui, ma resta aperta proprio grazie a cittadini, quasi 70mila, che hanno firmato la legge di iniziativa popolare depositata da noi Radicali Italiani con l’Associazione Coscioni e numerose organizzazioni e che prevede la regolamentazione legale della produzione, del commercio e del consumo della cannabis. Essendo una legge popolare, resterà in piedi anche nella prossima legislatura. Come Radicali continueremo a batterci, anche con le nostre disobbedienze civili, perché questa legge venga discussa e approvata, per consegnare finalmente all’Italia una riforma che attende da tempo”, hanno concluso Magi e Soldo.

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