Strage migranti a Lampedusa, definitiva condanna a 30 anni del somalo Elmi Mouhamud Muhidin

Strage migranti a Lampedusa, definitiva condanna a 30 anni del somalo Elmi Mouhamud Muhidin
6 settembre 2017

E’ definitiva la condanna a 30 anni di reclusione inflitta a Elmi Mouhamud Muhidin, il 28enne somalo accusato di essere uno dei trafficanti che organizzarono la traversata di migranti finita drammaticamente con il naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa, in cui persero la vita 366 persone. La prima sezione penale della Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello di Palermo nell’aprile del 2016, escludendo qualsiasi riconoscimento di attenuanti e, dunque, uno sconto di pena. Le accuse nei confronti del somalo – che anche in primo grado, davanti alla Corte d’assise di Agrigento, era stato condannato a 30 anni con rito abbreviato, erano quelle di tratta di esseri umani, sequestro di persona a scopo di estorsione, associazione a delinquere e violenza sessuale. L’imputato venne denunciato da un gruppo di superstiti del naufragio che lo avevano riconosciuto tra gli ospiti del centro di prima accoglienza di Lampedusa, dove era giunto con un altro barcone qualche giorno dopo la tragedia del 3 ottobre.

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I sopravvissuti avevano raccontato storie terribili di sequestri in pieno deserto: l’associazione criminale di cui Muhidin faceva parte, e nella quale aveva “compiti operativi”, ricorda la Suprema Corte nella sentenza depositata oggi, mise a punto il “sequestro a scopo di estorsione” e poi la “tratta di 130 eritrei intercettati nel deserto tra il Sudan e la Libia, rinchiusi in un immobile fino al pagamento della somma di 3mila euro” versati dai loro familiari su conti correnti indicati dai trafficanti. I migranti erano stati “tenuti in uno stato di soggezione continuativa”, avevano ricostruito gli inquirenti, “sotto la minaccia di armi da fuoco fino al loro imbarco dalla Libia verso l’Italia”: nel corso della “restrizione nella casa”, si legge ancora nella sentenza della Cassazione, circa 20 donne eritree “erano state costrette, con la cooperazione dell’imputato, a subire atti sessuali”. Infine, l’associazione criminale aveva organizzato la parte restante del viaggio “fino al trasferimento dei migranti sulla costa libica verso Tripoli”. La sentenza di condanna del 28enne somalo prevede anche un risarcimento danni a favore dei comuni di Lampedusa e Linosa, parti civili nel processo, con una provvisionale di 20mila euro.

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