Strage migranti a Tripoli, testimone: “almeno 100 morti”. Onu: “Crimine di guerra”

4 luglio 2019

“Sono un centinaio le vittime del bombardamento sul centro di migranti in Libia, a Tajoura, molte donne e bambini”. A darne notizia il magazine online Focus on Africa che riporta le dichiarazioni di Ismail Mohammed, uno dei portavoce della Comunita’ dei rifugiati dal Sudan in Italia, in contatto con alcuni sopravvissuti sudanesi. “Molti dei feriti sono in condizioni gravissime e mancano all’appello una ottantina di migranti, per lo piu’ gente del Sudan, molti del Darfur come me, ma anche somali, eritrei, etiopi”, ha aggiunto.

La strage in un centro di detenzione per migranti in Libia riaccende il timore di un’ondata migratoria verso l’Italia. Il governo libico riconosciuto dall’Onu e dalla comunita’ internazionale ha puntato l’indice sulle forze del generale Khalifa Haftar; e ha lanciato l’allarme: l’offensiva di Haftar “favorisce le partenze di migranti irregolari verso l’Italia”. L’attacco e’ avvenuto martedi’ al calar della notte, in azione cacciabombardieri F-16. E’ stato colpito un hangar che ospitava circa 120 migranti tra cui donne e bambini all’interno del centro di detenzione di Tagiura, in un sobborgo orientale della capitale, dove si stima che siano rinchiuse circa 600 persone. Il Governo di Accordo Nazionale di al-Serraj ha accusato l’Esercito Nazionale Libico: e’ stato un attacco “premeditato, preciso, atroce”. Secondo l’Onu, che ha parlato attraverso l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet e l’inviato per la Libia, Ghassan Salame’, l’attacco potrebbe essere considerato “un crimine di guerra”.

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Il segretario generale dell’Onu, Anotnio Guterres, ha chiesto un’indagine indipendente e il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero, ha premuto sui partner Ue perche’ caldeggino un’inchiesta internazionale. Nella serata italiana infatti, alle 15 ora di New York, si riunisce d’urgenza a porte chiuse il Consiglio di Sicurezza al Palazzo di Vetro che potrebbe decidere al riguardo. L’Ue ha chiesto che i molti altri migranti che “sono a rischio” siano “trasferiti in luoghi sicuri”. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha puntato l’indice: “Spero che la comunita’ internazionale si svegli, la responsabilita’ e’ di Haftar”, ha detto, invocando un intervento internazionale per questo “atto criminale”. Da Tripoli, il governo lo ha ringraziato esplicitamente. Haftar, l’uomo forte della Cirenaica, dal 4 aprile ha lanciato un’operazione per conquistare la capitale.

Da allora i combattimenti si succedono senza sosta, nelle aree rurali a sud di Tripoli, in una spirale di violenza che ha causato almeno 600 morti, piu’ di 5000 feriti e 30mila famiglie sfollate. Gli scontri armati hanno coinvolto anche le migliaia di migranti, in maggioranza subsahariani, nei dintorni della capitale in attesa di poter mettersi in viaggio o che sono rinchiusi nei centri di detenzione perche’ catturati dalla Guardia costiera libica. In Libia, nelle decine di centri di detenzione, ci sono almeno 6 mila migranti (provenienti in maggioranza da Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan), gestiti da milizie accusate di torture e abusi dei diritti umani. Secondo l’Unhcr, piu’ di 3mila sono ammassati nei centri vicino alla linea del fronte.

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