Studentesse Usa, esame Dna può inchiodare i militari. Pinotti: “C’è qualche fondamento”

Studentesse Usa, esame Dna può inchiodare i militari. Pinotti: “C’è qualche fondamento”
9 settembre 2017

Potrebbe essere l’esame del Dna sul liquido seminale a dire una parola definitiva sulle responsabilita dei due carabinieri nel caso di stupro a Firenze denunciato da due studentesse americane. Intanto si delineano i contorni della vicenda: le ragazze di 19 e 21 anni hanno raccontato che i due carabinieri le sarebbero saltati addosso appena sono entrati nel palazzo di Borgo Santi Apostoli in cui risiedevano, spiegando di non aver urlato per paura delle armi. Entrambe erano un po’ confuse dopo la notte trascorsa alla discoteca Flo’, dove avevano bevuto e una avrebbe anche fumato dell’hashish, e hanno spiegato di non essere riuscite a reagire. Uno stupro sarebbe avvenuto nell’androne e l’altro nell’ascensore, ambienti dove sono state trovate tracce di liquido seminale, prelevate anche dalla gonna e dalla maglietta di una delle ragazze. Ora si attendono i riscontri sul Dna previsti nel giro di un paio di giorni e che potrebbero inchiodare i due carabinieri alle loro responsabilita’. Da quanto si apprende, il racconto può avere elementi di fondatezza, si esclude comunque che si tratti di un’invenzione tout court, anche perché dall’analisi delle telecamere di sicurezza è stata individuata l’auto dei carabinieri con due donne a bordo.

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Le giovani erano arrivate a fine agosto a Firenze per un corso di sei mesi: una e’ originaria del Maine, ed e’ stata gia’ raggiunta dal padre, l’altra del New Jersey. La Procura di Firenze ha aperto un’inchiesta. I due carabinieri, indagati per violenza sessuale, sono entrambi toscani ed erano in servizio al Nucleo radiomobile di Firenze. Uno e’ un carabiniere scelto 30enne single residente a Prato, da poco assegnato a questo incarico, l’altro un appuntato scelto 40enne con 20 anni di servizio alle spalle, sposato e con figli. La loro Gazzella e’ stata inquadrate da due telecamere di sorveglianza vicino al palazzo, all’arrivo e poi mentre lasciava la zona, 23 minuti dopo. L’ambasciata Usa ha fatto sapere di prendere “molto sul serio” le accuse e fonti diplomatiche americane hanno auspicato che che si faccia “chiarezza il piu’ presto possibile”, prima che la vicenda si amplifichi anche sui media americani. Intanto anche la Procura Militare di Roma ha aperto un’indagine per i propri aspetti di competenza in relazione alla denuncia di due studentesse americane. E il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha dichiarato che “gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse”. Interpellato il Comandante Generale dell’Arma, Tullio Del Sette, ha affermato che, “se fosse vero, cosa che auspichiamo tutti venga accertata quanto prima, si tratterebbe di un fatto di gravità inaudita che rende i protagonisti indegni dell’uniforme che indossano e che comporterà gravi conseguenze, anche immediate, sul piano disciplinare e della condizione di stato”.

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