Studenti a lezione Resistenza, puniti per saluto romano

Studenti a lezione Resistenza, puniti per saluto romano
7 aprile 2019

Costretti a studiare la Resistenza, e la storia dei migranti, dalla preside che li ha sospesi per aver fatto il saluto romano. E’ la punizione per quattro studenti del liceo ‘De Amicis’ di Cuneo, citta’ medaglia d’oro per la Resistenza. Anziche’ restare a casa, senza fare nulla, hanno visitato l’Istituto della Resistenza cittadino e la comunita’ Emmaus di Boves. Ma non e’ tutto, perche’ nei prossimi giorni dovranno anche trascorrere del tempo al centro di accoglienza migranti; in programma anche una gita al Sacrario della Madonna degli Alpini, luogo di culto frequentato ogni anno da migliaia di penne nere. Una sorta di percorso educativo, di ‘riabilitazione’, pensato apposta per questi giovani che con quel gesto credevano di essere divertenti.

Era la settimana della Memoria, all’inizio di febbraio, e per l’occasione la scuola aveva allestito nell’Aula Magna una mostra fotografica dedicata ai deportati politici nei campi di sterminio. Sulla locandina una immagine delle Ss, la terribile milizia speciale tedesca destinata ai compiti di polizia durante il regime nazionalsocialista in Germania. L’insegnante e’ assente. I quattro si scambiano qualche sguardo complice, sorridono e si mettono in posa davanti alla locandina, il braccio destro teso e la mano aperta, mentre uno di loro filma tutto col cellulare. Il video viene scambiato via chat con gli altri compagni e fa il giro della scuola, sino a quando non viene intercettato dalla preside, Mariella Rulfi. Che, sentito il Consiglio di classe, ottiene il via libera per una ‘punizione esemplare’.

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La sospensione non dovrebbe pregiudicare l’anno scolastico, ma gli studenti non la trascorreranno a casa, senza fare nulla. Con gli operatori dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, giovedi’ scorso, hanno discusso della Seconda Guerra Mondiale, delle leggi razziali, dell’olocausto e della campagna di Russia, pagine di storia intrise di sangue e di dolore, ma anche di valori che un gesto sconsiderato ha rischiato di ridicolizzare. Una scelta intelligenze, per fare di una punizione anche una occasione di riflessione che molto probabilmente questi ragazzi non dimenticheranno piu’. “Grazie, non vogliamo pubblicita’”, sono le uniche parole che arrivano dal liceo De Amicis, che non ha voluto commentare la vicenda.

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