Sudafrica, ora i bracconieri hanno messo nel mirino gli asini

21 marzo 2017

Chissà se avranno la ribalta mediatica di colleghi di sventura molto più glamour come leoni, elefanti e rinoceronti… Oggi nel mirino dei bracconieri del Sudafrica sono finiti anche gli asini, randellati a morte prima di essere scorticati in cortili male attrezzati o in mattatoi clandestini. L’unica maniera per sanare questa piaga drammatica sembra essere quella di legalizzare e regolamentare il commercio, come già fatto da altri paesi africani. Stupisce a prima vista che questi pazienti animali da soma siano diventati obiettivo di spietate bande criminali. Galeotta è stata, purtroppo per loro, la preziosa gelatina che si cela sotto la loro pelle, molto apprezzata nella medicina tradizionale cinese. Per questo i furti di asini si stanno moltiplicando. “La comunità tribale è molto arrabbiata” spiega un giovane allevatore. “Ci rivolgiamo alla polizia ma poi tutto si ferma lì. Nessuna denuncia finisce mai in tribunale, nessuno viene mai arrestato”.

In Sudafrica, i carretti trainati dagli asini sono da sempre stati vitali per la vita e il commercio dei villaggi. Anche perché le loro pelli non hanno alcun valore. È stata la domanda cinese del gel sottocutaneo per la cura dell’anemia e della menopausa ad aver rivoluzionato i termini della questione, quintuplicando il valore degli asini nel paese. E dando vita al furto e al macello organizzati dai bracconieri. Un’industria clandestina che vale milioni di dollari, dato il declino della popolazione di asini cinesi e la richiesta sempre più intesa di capi africani. La filiera del bracconaggio è feroce. Gli asini vengono abbattuti a colpi di martello e poi sgozzati con un coltello, subendo sofferenze indicibili. Kenya e Botswana hanno già regolamentato l’export diretto in Cina di carne e pellami di asini e la Namibia lo farà presto. “Potrebbe essere un’ottima idea” dichiara Kabelo Nkoane, funzionario di Highveld Horsecare Unit, organizzazione sudafricana schierata a difesa degli equini. “Ma solo se verrà pianificata correttamente, se l’allevamento sarà eseguito in maniera perfetta e se la macellazione verrà eseguita con tutti i criteri sanitari per minimizzare le sofferenze. Solo così l’allevamento degli asini può diventare un’attività in grado di generare molto lavoro”.

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