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12 dicembre 2017

L’elogio della lentezza non più solo nel mangiare ma anche nel bere, dallo slow food si passa allo slow drink puntando a conquistare i giovani passando per il variegato mondo del cocktail. È la strategia di Star of Bombay, l’ultimo nato in casa dei produttori di gin del gruppo Martini Bacardi: un prodotto completamente rifatto con grande attenzione alla scelta degli ingredienti e soprattutto degli aromi per puntare ad un pubblico diverso da quello tradizionale degli spirits. Ivano Tonutti è master of botanical di Bombay, si occupa di “Il gin è un prodotto particolare non è invecchiato se gli ingredienti non sono i migliori non è buono, quindi è importante scegliere gli ingredienti e il processo di distillazione. Fabbricare un gin abbastanza difficile perché non c’è invecchiamento quindi nessuna possibilità di correggere la qualità una volta che il distillato viene fatto”.

Il risultato, presentato durante una cena al ristorante Felix Lo Basso in piazza Duomo a Milano, è il frutto di centinaia di esperimenti, per arrivare ad una mescola nuova, con erbe segrete, a cui sono stati aggiunti il bergamotto calabrese l’ambretta, un seme dell’Ecuador che ha un profumo tra muschiato e floreale. Il tutto distillato a Laverstock, nel Regno Unito. “Abbiamo pensato ad un prodotto che sia bevibile tal quale, immaginiamo una persona che beve il cognac a fine pasto perchè un amatore del gin non può berlo a fine pasto? Non è più il bere dei nonni o dei papà ma può essere moderna con cocktail ed abbinamenti culinari”. Il gin Star of Bombay si rivolge a cocktail bar e barman di alto livello in tutto il mondo.

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